La pratica della meditazione, supportata – come sarebbe opportuno – da una puntuale e costante consapevolezza della nostra incessante tendenza all’individualismo, è l’unico strumento sufficientemente sollecito per superare le ordinarie idiosincrasie personali e affrontare con successo le asperità della vita reale. Anche se il mondo degli oggetti, come quello dei sentimenti, ruota inevitabilmente intorno alla propria, oltremodo mutevole, personalità, il nostro obiettivo ultimo è comunque dissolvere la tirannia di desideri e relative angosce…
«La libertà del risveglio si radica nell’estinzione del desiderio. Tale libertà è possibile perché il carattere mutevole, contingente, ambiguo e creativo della realtà è per sua propria natura libero.
Siamo noi i nostri carcerieri. Ci teniamo prigionieri rimanendo aggrappati, oltre che allo smarrimento e al timore, a un io che presumiamo abbia un’esistenza indipendente da ogni condizione data. Invece di accettare e comprendere le cose per quello che sono, cerchiamo di rendercene indipendenti, alimentando la finzione di possedere un’individualità isolata. Paradossalmente, quest’egocentrismo alienato viene confuso con la libertà individuale. Lo scopo della pratica del dharma è di liberarci da questa libertà illusoria. Quest’obiettivo si realizza mediante la comprensione del dolore che accompagna tale indipendenza ingannevole e l’estinzione del desiderio e dello smarrimento sui quali essa si fonda.
La coltivazione della via inizia con una visione autentica del carattere mutevole, contingente e creativo di noi stessi e del mondo. Anche se l’esperienza dell’intrinseca libertà della realtà inizialmente può essere sporadica e momentanea, la pratica del dharma implica uno stile di vita per cui tale esperienza si configura come normativa, piuttosto che come eccezionale. Pur se siamo ancora dominati dall’inquietudine che ci deriva dai nostri schemi di comportamento abituali, il nostro impegno in direzione di quest’idea di libertà è saldo, fermo, incrollabile. Per scuotere la rigida, statica visione delle cose che ci imprigiona in cicli di desiderio e di angoscia, abbiamo bisogno di coltivare la consapevolezza della libertà presente in ogni momento dell’esperienza.»
(Da: Stephen Batchelor, “Buddhismo senza fede“)
– Stephen Batchelor (amazon)
– Stephen Batchelor (macrolibrarsi)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen_Batchelor