Nel percorso della meditazione buddista, l’importanza del segno (1), dell’inspirazione e dell’espirazione emerge chiaramente attraverso un antico insegnamento riportato nel Visuddhimagga (2). Questo testo fondamentale, redatto da Buddhaghosa nel 430 d.C., sottolinea che la consapevolezza di questi tre elementi non è ristretta a un singolo istante di coscienza, ma richiede un’attenzione continua. Secondo il Visuddhimagga, solo colui che è consapevole di tutti e tre questi aspetti può raggiungere uno sviluppo significativo nella pratica meditativa. Nel commento di Ashin Buddhagosa, si approfondisce ulteriormente il concetto, indicando che la concentrazione d’accesso o d’assorbimento può essere raggiunta solo quando l’attenzione è rivolta in modo chiaro e completo a ciascuno di questi oggetti. Questa prospettiva offre una guida preziosa per coloro che perseguono la concentrazione meditativa, evidenziando l’importanza di comprendere e integrare il segno, l’inspirazione e l’espirazione nel proprio percorso spirituale.
«Il segno, l’inspirazione, l’espirazione, questi tre non sono l’oggetto d’un unico momento-coscienza. Colui che non è cosciente di tutte e tre queste cose non consegue alcuno sviluppo. Il segno, l’inspirazione, l’espirazione, questi tre non sono l’oggetto d’un unico momento-coscienza. Colui che è cosciente di tutte e tre queste cose consegue lo sviluppo. (Visuddhi Magga).
Commento: C’è un momento-coscienza che ha come oggetto l’inspirazione. C’è un altro momento-coscienza che ha come oggetto l’espirazione. Infine c’è un terzo momento-coscienza che ha come oggetto il segno che appare nel punto di contatto. Il meditante che non presti attenzione a tutt’e tre non riuscirà a raggiungere né la concentrazione d’assorbimento, né quella d’accesso. Il raggiungimento della concentrazione d’accesso o d’assorbimento è possibile solo quando tutti e tre questi oggetti sono chiari.
Note
(1) Il “segno che appare nel punto di contatto” si riferisce a un oggetto di meditazione specifico che può emergere durante la pratica di concentrazione. Questo segno potrebbe variare da persona a persona e da pratica a pratica. In generale, può essere qualunque cosa attiri l’attenzione del meditante durante la sua pratica, come sensazioni fisiche, immagini mentali o altro.
(2) Il Visuddhimagga (Cammino verso la purezza) è un commentario buddista scritto da Buddhaghosa nel 430 d.C. circa. È considerato tra i più importanti testi della scuola Theravāda tra quelli non appartenenti al canone pali (o Tipitaka)»
– Anapana-sati – Nianaponika Thera
– Visuddhimagga – Wikipedia