La meditazione è – tra i metodi di cui disponiamo – quello più cruciale per la propria emancipazione esistenziale: rinascere in spirito, ossia superare l’egocenrtrismo. La meditazione può essere altresì intesa come un espediente per una sorta di rigenerazione mistica, per un’autentica palingenesi trascendente. Leggiamo comunque le sagge parole di Thich Nhat Hanh…
«E’ necessario morire (al passato, al proprio ego – ndr) al fine di rinascere. Appena si sperimenta l’impermanenza, il non-se’ e l’inter-essere, si rinasce. Ma se la pianta non va in letargo in inverno, non puo’ rinascere in primavera. Gesu’ disse che a meno che non si rinasca bambini, non si puo’ entrare nel Regno di Dio.
Thomas Merton ha scritto: “L’esperienza vivente dell’amore divino e dello Spirito Santo… e’ autentica consapevolezza, secondo la quale si muore e si risorge in Cristo. E’ un’esperienza di rinnovamento mistico, una trasformazione interiore completamente generata dall’energia dell’amore misericordioso di Dio, che implica la “morte” dell’ego autocentrico e autosufficiente e la comparsa di un nuovo io liberato, che vive e agisce nello Spirito”.
Per un monaco o un laico sarebbe impossibile avere quest’esperienza se non praticasse il riposo in Dio, se prendesse rifugio solo nel lavoro, smarrendovisi. Quale che sia la pratica – psalmodia (canto, recitazione di salmi), lectio, oratio, contemplatio o meditatio -, la presenza reale dello Spirito Santo nell’essere di un individuo e’ il fondamento che rende possibile quest’esperienza, anche se affermiamo che l’esperienza e’ un dono di Dio.»
[ Da: Buddha vivente, Cristo vivente – Thich Nhat Hanh ]
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