Cos’è la “vera” tranquillità? Intendo quella che sorge spontaneamente dal didentro, dalla propria interiorità e non dall’insieme delle circostanze che via via – in varie occasioni o in determinati luoghi – potrebbero mai presentarsi. E’ possibile ricercarla attivamente, talvolta perfino strenuamente, addirittura ricorrendo a improbabili artifici, ai più fantasiosi stratagemmi, oppure ci si deve limitare a essere ricettivi, dimodoché l’insondabile mistero, relativamente irrisolvibile, della vita – la “verità” per antonomasia – possa giammai manifestarsi? A questi brevi quesiti esistenziali prova a rispondere – in modo, direi, volutamente succinto – l’impareggiabile Jiddu Krishnamurti.
«Quando andate a camminare nei boschi la sera, sentite un grande silenzio. Tutti gli uccelli se ne sono andati a dormire, il vento è caduto ed è scomparso anche il leggero fruscio delle foglie. C’è un grande silenzio, una tranquillità profonda. Ma è una tranquillità esteriore. Quando la gente s’immerge in quella tranquillità, desidera averla, ne sente il bisogno, e così va a cercarla nella solitudine. E ritiene che per rimanere tranquilli si debba rimanere soli.
Ma la vera tranquillità non è quella che dipende dal nostro stare soli. Poi c’è la tranquillità che il pensiero si autoimpone, quando si fa dovere di smettere di chiacchierare, per stare quieto e calmo. Così a poco a poco il pensiero si calma, ma anche questa non è vera tranquillità; è solo l’effetto del lavorio del pensiero, che pretende di controllare il rumore. Invece, la tranquillità di cui vogliamo parlare, non dipende da nulla. Soltanto questa tranquillità, che possiede una qualità di assoluta indipendenza, soltanto il silenzio assoluto della mente, può ricevere l’eterno, il senza tempo, il senza nome. Questa è meditazione.»
[ Da: Jiddu Krishnamurti – Questa luce in se stessi. La vera meditazione ]
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– Krishnamurti (macrolibrarsi)
– Jiddu Krishnamurti – Wikipedia
– Aforismi di Jiddu Krishnamurti su Meditare.it