Questo promemoria su “Beatitudine e vacuità” di Lama Thubten Yeshe è un invito a scoprire la vera natura della realtà e della mente, al di là delle apparenze illusorie e delle superstizioni che, spesso e volentieri, ci fanno quanto mai soffrire. L’autore, un rinomato maestro buddhista tibetano della scuola Gelug, ci spiega con chiarezza e semplicità come la meditazione possa aiutarci a riconoscere la non dualità tra soggetto e oggetto, tra beatitudine e vacuità, tra relativo e assoluto. Attraverso esempi tratti dalla vita del grande yogi Milarepa e dalle pratiche del tantra yoga, Lama Yeshe ci mostra come ogni esperienza sensoriale possa diventare un’occasione di liberazione dalla paura e dall’attaccamento, purché la si osservi con la saggezza della vacuità. Questo articolo è una preziosa fonte di ispirazione per tutti coloro che vogliono approfondire il Dharma e la propria pratica meditativa.
«Riconoscere la non dualità significa non avere più paura. Tutta la paura e l’insicurezza derivano dal non essere realistici, dalle concezioni errate che fanno considerare gli oggetti che appaiono come spaventosi come fossero entità esistenti e concrete. La storia della vita del grande yogi del Tibet, Jetsun Milarepa, illustra questo aspetto.
Una volta Milarepa lasciò la sua grotta per raccogliere della legna. Quando vi fece ritorno vide un volto terrificante con occhi enormi che lo scrutavano. Lì per lì si spaventò a morte, ma poi iniziò a osservare attentamente e meditare sull’illusorietà di quella apparizione. E il volto svanì. Successivamente compose una canzone su questa sua esperienza. Eliminando la concezione errata che attribuiva una identità concreta e realmente esistente a quell’immagine orribile, quell’immagine scomparve. Non è una favola, è l’esperienza di un meditatore.
La gente si spaventa al solo pensiero di fantasmi e demoni. Ma sono solo superstizioni, concezioni errate di realtà esistenti dalla loro parte. Non esiste qualcosa del genere. Quando si si è convinti delle proprie superstizioni, però per qualche motivo esse si manifestano e pensate “Deve essere reale, l’ho visto con i miei occhi!”. Ma ha importanza? E’ completamente ridicolo. Quello che vedete è assolutamente irrilevante. Dovete saperlo. Le persone in Occidente danno un’eccessiva importanza a ciò che vedono; credono davvero che vedere è credere, che ciò che vedono è reale. Questo equivoco di base genera anche una sorta di orgoglio: “Ho visto che è questo, quindi, è così.” Affermare “ho visto” rende orgoglioso il tuo ego. È una concezione completamente errata.
Quello che vedete, quello che sperimentate, non è necessariamente la verità. Infatti, credere a ciò che si considera reale oscura la verità. La meditazione buddhista lo dimostra. È molto importante saperlo. Quando si raggiunge un certo grado di flessibilità mentale, si tende a pensare: “Quello che vedo non è così importante. È relativamente vero, ma non del tutto alla fine”.
Se credete che la verità relativa sia l’unica verità, anche le vostre allucinazioni vi appaiono come vere, perché producono degli effetti. Vi fanno arrabbiare, ti fanno paura. Quello che percepite non c’è, ma quell’allucinazione vi fa ancora tremare il cuore. Anche questo è un fenomeno interdipendente.
Le vostre allucinazioni non sono vere e quindi non hanno importanza, ma quello che vedete è reale: entrambe le visioni esistono. Perché? Perché ciò che determina se qualcosa esiste o meno, se qualcosa è o non è un fenomeno, è la capacità di funzionare, di produrre un effetto. Poiché sia i fenomeni relativi sia le allucinazioni possono causare felicità o ansia, entrambi funzionano; quindi, esistono entrambi. Entrambi sono fenomeni interdipendenti. Finché non vi rendete conto della vacuità di un’allucinazione, per voi resterà reale.
Verso la fine di alcune sadhana tantriche si fa la pratica del samadhi del fuoco. Mentre la base fondamentale della meditazione è vedere voi stessi come la divinità, alla fine il vostro obiettivo principale diventa la sensazione di fuoco interiore e il suono del mantra nel fuoco. Diventate come un pesce che nuota nell’acqua: nuotano in essa senza disturbarla. Allo stesso modo, la visualizzazione di voi stessi come divinità non dovrebbe scuotere più la vostra coscienza. La contemplazione c’è, ma è una specie di parentesi e non disturba la vostra mente.
I segni che indicano che si ha successo in questa meditazione includono l’aumento dell’energia fisica, per cui non si ha fame o sete, e lo sviluppo del calore interiore. Sperimentate una sicurezza interiore e liberata che vi fa pensare di poter rimanere per lunghi periodi senza mangiare o bere, anche quando non siete in meditazione.
Forse potremmo promuovere questa meditazione tra le persone che vogliono perdere peso o tra chi ha un desiderio incontrollabile di mangiare e, al tempo stesso, una tremenda paura di ingrassare.
Un altro segnale è l’aumento della sensibilità del corpo: normalmente le nostre concezioni limitate fanno sì che solo pochi, se non nessun oggetto è in grado di produrci una sensazione di estasi e beatitudine. Toccare la plastica o il cemento non ci dà alcun piacere. Ma è di nuovo una funzione della nostra mente superstiziosa e dualistica fare questa distinzione. La nostra mente dualistica ci dice che le cose morbide sono piacevoli e quelle ruvide sono sgradevoli, ma la verità psicologica è che ogni oggetto del tatto ha il potenziale per indurre beatitudine e soddisfazione. Quando la nostra mente è soddisfatte non divaga.
Perché la mente genera così tante superstizioni e divaga così tanto quando cerchiamo di meditare? Perché siamo insoddisfatti; perché siamo privi di un’esperienza di felicità, perché non proviamo la soddisfazione della realizzazione e della totalità. La nostra mente vaga e si lamenta: “Non sono soddisfatto, ho fame”. Tutto questo strazio psicologico è sintomatico delle visioni errate.
I metodi dello yoga tantra ci dimostrano che ogni oggetto dei cinque sensi può regalarci un’esperienza di beatitudine e che ogni volta che ci godiamo il mondo dei sensi otteniamo l’energia della beatitudine. Il risultato è che la nostra concentrazione migliora. Pertanto, è importante avere esperienze positive.
Questi concetti sembrano essere agli antipodi di quello che ascoltate sempre durante gli insegnamenti del lamrim, dove vi viene continuamente detto che non dovreste godere del samsara. Qui stiamo parlando di qualcosa di completamente diverso, non è vero? Il lam-rim vi fa quasi sentire in colpa se vi divertite, mentre ora io vi sto dicendo di divertirvi il più possibile, di fare quante più esperienze piacevoli possibili. Questi due aspetti non sono in contraddizione. Sto solo parlando di esperienze completamente diverse.
Quando praticate il lam-rim, la vostra mente non ha alcuna formazione sul metodo della trascendenza. Il Tantra, invece, insegna a elevare la vostra coscienza al di là del normale tipo di piacere sensoriale, che produce solo più attaccamento e confusione. La vostra concentrazione e la vostra attenzione vi permettono di fare tutte queste esperienze nello spazio della non dualità, riconoscendole come trasformazione di una saggezza beata. Ecco perché il godimento del samsara e il piacere del tantra sono completamente diversi.
Ora comprendete meglio questa filosofia? Più gradevoli sono le esperienze che si sperimentano con consapevolezza, maggiore è la soddisfazione psicologica. Più grande è la vostra soddisfazione, minori saranno le concezioni errate, minore la distrazione della vostra mente. Non penserete più: “Forse troverò la felicità qui, forse la troverò là’”, in una ricerca incessante.
Mi piacciono i giovani hippy di oggi. Non sono soddisfatti della loro casa, della loro cultura o del loro paese e quindi viaggiano per il mondo, alla ricerca di qualcosa. Vanno in giro, cercano, vagano e, alla fine, alcuni di loro arrivano in Oriente dove, oltre a dissenteria ed epatite, trovano anche corsi di meditazione e insegnamenti di Dharma. Tutto sommato è un buon risultato. Di solito, la mente superstiziosa è come un vento che soffia senza meta, qua e là. Non sapete dove state andando o perché e non trovate mai nessun tipo di realtà.
Quando si hanno problemi di concentrazione – concezioni errate che sorgono una dopo l’altra senza controllo – dovete affrontarle gradualmente. Non si possono interrompere tutte in una volta sola, esattamente come, se si è a New York non si può essere a Los Angeles nel momento esatto in cui lo si decide. Non potete intellettualizzare, ci vuole tempo. Dovete accettare la realtà dello spazio e del tempo. Lo stesso vale per la meditazione. Non potete liberarvi delle concezioni errate in una sola seduta, quindi non preoccupatevi. Accettate la realtà. Questa è meditazione.»
(Lama Thubten Yeshe – Tradotto (da Carolina Lami) – da: Non-duality)
– Lama Yeshe (amazon)
– Lama Yeshe (macrolibrarsi)
– Thubten Yeshe – Wikipedia