Questa breve ma efficace affermazione di Shams-i-Tabriz, evinta da “Le Quaranta Regole dell’Amore”, ribalta radicalmente la concezione tradizionale della sottomissione. L’autore ci invita a riflettere sul vero significato di questo concetto, spesso frainteso come sinonimo di debolezza o passività.
Sottomissione non significa essere debole o passivo.
Non porta né al fatalismo né alla resa.
Proprio il contrario.
Il vero potere risiede nella sottomissione a un potere che viene da dentro.
Coloro che si sottomettono all’essenza divina della vita vivranno in una imperturbata tranquillità e in pace anche quando tutto il vasto mondo
attraversa una turbolenza dopo l’altra.
Shams-i-Tabriz, con la sua proverbiale saggezza, ci offre una nuova prospettiva sulla sottomissione. Lungi dall’essere un atto di resa o di debolezza, la sottomissione, secondo il mistico persiano, è una scelta consapevole, incisiva e poderosa.
La sottomissione a cui fa riferimento Shams non è quella cieca a un’autorità esterna, bensì una resa all’essenza divina che dimora in ciascuno di noi. È un riconoscimento della nostra connessione profonda con l’universo e con tutto ciò che esiste.
Quando ci sottomettiamo a questa forza superiore, non rinunciamo al nostro potere personale, piuttosto lo moltiplichiamo. Liberandoci dall’ego e dalle nostre paure, diventiamo strumenti di una forza ben più elevata della propria umile realtà. Questa sottomissione interiore ci conduce a una tranquillità profonda e duratura, anche di fronte alle tempeste della vita.
La sottomissione, intesa in questo senso, non è passività ma un’azione attiva. È un continuo allineamento della nostra volontà con quella dell’universo. È un atto di fiducia e di abbandono che ci consente di vivere una vita più autentica e piena di significato.
Le parole di Shams ci invitano a riconsiderare il nostro rapporto con il potere. Ci ricordano che il vero potere non risiede nel controllo o nella dominazione, ma nell’armonia con l’ordine naturale delle cose. Ci spingono a cercare la nostra forza interiore, quella che nasce dalla connessione con qualcosa di più grande, elevato, preponderante.
In un mondo spesso caratterizzato da competizione e individualismo, le parole di Shams-i-Tabriz ci offrono un’alternativa: una via verso la pace interiore e la realizzazione spirituale. La sottomissione, intesa come un atto di amore e di fiducia, può essere la chiave per sbloccare il nostro pieno potenziale e vivere una vita più appagante, ossia esauriente quanto esaustiva.