I tragici eventi di questi tristissimi anni d’inizio millennio hanno avuto un eco persino in paradiso, il nirvana, o giù di lì. Così come sempre conviene i notabili del luogo decisero di prodigarsi, ciascuno per proprio conto e secondo le convinzioni personali, in aiuto dei più bisognosi.
Gesù il Nazareno, Krishna e Maometto partirono per la Terra giustamente convinti che con un po’ di ulteriore proselitismo sarebbero riusciti ad alleviare le sofferenze di tanti. Gautama Siddharta, detto il Buddha, invece, forse ritenendo di essere oramai estraneo alle vicende del pianeta, in un primo momento fece finta di nulla. Ma dopo qualche tempo, sentendosi anch’egli coinvolto, per evitare di commuoversi troppo o spinto dalla solita immancabile compassione, chiese ad uno dei suoi discepoli prediletti di scrivere una lettera anonima e indirizzarla ad un interlocutore qualunque.
Il bellissimo angelo incaricato di recapitarla, chissà per quale motivo, una volta giunto in vista del nostro satellite la disperse in mille e uno minuscoli frammenti che lasciò cadere in ordine sparso e casuale. Quegli esigui pezzetti piovvero sulla Terra.
Un’eremita che viveva da molti anni sull’Himalaya ne raccolse uno, lo contemplò a lungo, ne intuì il valore, ma lo ripose cautamente al sicuro in attesa di divulgarne il significato in un momento più propizio, quando si fosse sentito certo che il messaggio sarebbe stato accolto con una risonanza degna del lignaggio spirituale del suo latore nonché dell’incommensurabile mittente.
Un uomo molto acculturato e, cosa piuttosto rara, abbastanza saggio, ne trovò un altro. Dopo averlo studiato con attenzione ne comprese l’importanza, ma prima di renderlo pubblico si propose di ricomporre il messaggio originale mettendosi alla ricerca delle sue parti mancanti.
In realtà non sappiamo quanti siano stati davvero coloro che rinvennero quegli esigui frammenti, tuttavia siamo al corrente dell’ennesimo curioso ritrovamento.
Un delinquente incallito, nel corso di una rapina, si fermò un istante per cogliere l’incredibile particella comparsa come dal nulla ai suoi piedi. Il malfattore si sentì inspiegabilmente attratto dal corpuscolo e proprio a causa del momento di distrazione fu arrestato, ma si salvò. Infatti i suoi sventurati complici perirono tutti falciati dalla loro stessa protervia.
Come avete visto ciascuno lesse o adoperò quella particella di verità secondo le personali opinioni pregresse, ascoltando supinamente la propria coscienza o la suggestione del momento, ma evidentemente dietro tutto questo si celava ben altro.
La verità è a disposizione di tutti e potrà essere colta da chiunque. Ma essa beneficerà solo coloro che ne riconosceranno, seppur vagamente, le parvenze e troveranno il tempo di fermarsi un istante ad ammirarla nonostante le proprie perentorie o improcrastinabili occupazioni.