«Il multiverso della meditazione freme. È stato infatti acclarato che una tra le religioni aliene più evolute è proprio la meditazione», esordì il maestro dinanzi l’inebetito pubblico di rane.
Dopo qualche istante d’ovvio stupore un accenno di sorriso comparve sulle labbra degli astanti. L’ironia era il cavallo di battaglia dell’alacre istitutore. Dopo aver patrocinato alla costruzione di oltre mille “Giardini per la Contemplazione”, nonché le annesse “Pagode del Silenzio”, aveva sostenuto la costruzione dei “Chioschi del Senza-Tempo”. Per non citare i grandiosi “Templi della Non-Mente”, o i “Santuari dedicati all’anti-dea Turiya”, simbolo del quarto stato dell’essere, sorti sulle vestigia delle antiche Cattedrali.
Il suono di un gong – elettronico – scandì la fine della pausa interrompendo – d’improvviso – il cicalio interiore dei discepoli che si accomodarono all’unisono sui cuscini (zafu). Il contrasto tra la visione d’assieme di quella straordinaria moltitudine e la quiete che si respirava tra le fila dei soggetti coinvolti era così evidente che un visitatore casuale ne sarebbe rimasto oltremodo impressionato.
«Lo shock che produce il silenzio improvviso è sorprendente», pensò la discepola per eccellenza, la nostra cara, sempre presente, amica rana zen.
La calma era davvero palpabile, tuttavia la diletta si sentì osservata. Alzò gli occhi e notò il maestro che le sorrideva sornione.
«Già, quanto chiacchiero», si disse arrossendo come gli introversi ed eccentrici abitanti di Subiru, una delle lune del neo-pianeta Tyche.