Le rane zen non chiacchierano, non parlottano, ma la nostra, ahimè, è una vera pettegola. Ovviamente si tratta di ciance di natura spirituale, di gossip …
– Maestro, ho una bella notizia.
– Esistono solo le notizie, non sono né belle, né brutte.
– Mi serve il vostro aiuto, maestro.
– No, tu devi solamente credere … in te stessa.
– Maestro, in che consiste la cattiva politica?
– Nella creazione di leggi, regolamenti o disposizioni ad hoc concepite per aggirare qualunque eventuale ostacolo possa di volta in volta frapporsi al raggiungimento dei propri interessi.
– Maestro, mi dai un criterio di civiltà tra i diversi paesi?
– Semplice, valuta il numero di detenuti presenti nelle loro carceri.
– “Maestro, qual è la chiave per comprendere la falsa spiritualità?”, chiese senza mezzi termini la nostra cara, sempiterna amica rana zen al suo precettore adorato.
– “La gente vuole sognare”, le rispose in modo altrettanto laconico il Venerabile. Dopodiché il colloquio si ravvivò trasformandosi in un battibecco serrato. No, in una magnifica opportunità di … meditazione.
– Maestro, non è che ci stai cascando anche tu? Questi sono i paradigmi del potere.
– Figliola, sai la differenza? Tu stai tentando di afferrare l’inafferrabile convinta ancora che ci sia qualcosa da realizzare al di là della semplice pratica di meditazione, o credi che il vuoto sia l’essenza, … Io ho smesso!
Epilogo
– Maestro, credi negli oroscopi?
– Nessuno adempirà al proprio destino finché non rinuncerà all’illusione del controllo.
– “Beh”, pensò la rana zen, “non ci ho capito nulla!”.
– “Se è per questo, nemmeno io”, rifletté l’autore.