C’è un istante magico che si ripete ogni giorno, quando il sole, prima di congedarsi, sembra esitare sull’orizzonte, donandoci quel breve miracolo che chiamiamo tramonto. In questo passaggio sospeso tra luce e ombra, quando l’energia del giorno si ritrae naturalmente, si dischiude uno spazio ideale per la meditazione. Non serve alcuna preparazione speciale: basta lasciarsi accompagnare dal ritmo stesso della natura che, con antica sapienza, ci mostra come la vera luce non svanisca mai, ma cambi semplicemente dimora, dallo splendore esterno alla calma radiosità interiore. Quel rosso fuoco che accende le nuvole diventa metafora di un processo più intimo: mentre il sole si nasconde, la mente può finalmente deporre le sue maschere, ritrovando quella semplicità originaria che è la vera essenza della pratica meditativa. Non un’evasione dalla realtà, ma un ritorno a casa, alla tranquillità di spirito che ci abita già, ma che troppo spesso dimentichiamo nel frastuono delle ore diurne.
Mediti, ami la meditazione? Hai intravisto o percepito circostanze che prima ritenevi impossibili? No, forse sei solo curioso, ti piacerebbe sapere cosa ti accadrebbe se cominciassi a meditare. Non temere, nulla di particolarmente significativo. E’ probabile che saresti più creativo, ma senza per questo tralasciare la logica, il buon senso. Il momento più propizio per meditare? Ce ne sarebbero tanti. Senza sottilizzare, prediligo il momento in cui l’energia si ritrae da sé, il tramonto. Bene, ora una breve poesia.
Meditare al tramonto
Il sole è in procinto di tramontare.
Nonostante l’evento sia così comune tu l’attendi curioso.
Il sole arrossisce, poi d’improvviso si nasconde …
ma la luce in realtà non scompare.
Se dapprima brillava all’esterno ora si ritrae nell’interiorità
per consentirti di perscrutare il mondo sottile,
quello della coscienza che non s’identifica con nulla
se non con l’energia primeva da cui trae origine, forza e vigore.
Ascolta, osserva e rilassati.
Approfitta di questa breve pausa per ritrovare la semplicità.
Il nostro comune orizzonte esistenziale
è soprattutto la tranquillità di spirito,
che è meditazione.
Epilogo
Alla fine, quando l’ultimo bagliore si è spento all’orizzonte e la notte avvolge il mondo, comprendiamo che la meditazione non è stata un atto separato, ma il naturale compimento di quel movimento cosmico che abbiamo semplicemente accolto. Quella “luce che non scompare” ma si ritira nell’interiorità ci ha ricordato ciò che sempre sapevamo ma spesso trascuriamo: la vera coscienza non si identifica con i fenomeni passeggeri, ma risplende indisturbata come energia primigenia. Forse il segreto era tutto qui: non cercare chissà quali stati elevati, ma riconoscere che la pace più profonda nasce dalla semplice arte di essere presenti, testimoni silenziosi del proprio esistere, mentre il sole fa il suo corso e il mondo si prepara al riposo. Un invito a chiudere gli occhi non per fuggire, ma per vedere davvero.