C’è una ricerca che non segue sentieri tracciati, un pellegrinaggio interiore dove essere “uno-qualunque” diventa il passaporto per l’autenticità. Nella pratica meditativa, proprio come in questo viaggio senza garanzie, ciò che conta non è la meta ma l’atto stesso di camminare, leggeri da bagagli e aspettative. Quelle vette che sembravano irraggiungibili, la valle dei sogni che ci illudeva di riposo, si rivelano semplici proiezioni della mente affannata. Quando ci voltiamo per affrontare il silenzio, ciò che troviamo non è assenza ma spazio vitale – quel vuoto fertile dove ogni ricordo perde il peso del significato imposto. La meditazione ci ricorda che non esistono modelli da seguire, solo l’invito a essere presenti mentre la vita, con i suoi cicli immutabili, ci offre continuamente nuovi inizi sotto mentite spoglie.
Sei alla ricerca di un percorso preferenziale che ti risollevi, che ti aiuti a rinascere? Ebbene sei nel posto giusto. Lo sto cercando anch’io! (sorriso). A proposito, che ne dici di peregrinare assieme durante questo breve tragitto che ci separa dalle stelle? Sono uno-qualunque, e come tale ho degli indubbi vantaggi. Non devo rispettare delle tappe. Non sono atteso da nessuno. Non posso prometterti nulla. Non ho nulla da offrirti. Ma, di conseguenza, non chiedo nulla. Non …
La via
La valle dei sogni,
l’utopia di un giaciglio di fiori,
le vette che credevi lontane.
Ti giri con un balzo felino
che aggredisce il silenzio,
le sembianze di un’ombra
che si defila all’istante
per lasciarti a tu per tu con il vuoto.
Ma sono solo ricordi
a cui tenti di ridare il tuo senso.
Non v’è nulla che non sia già avvenuto,
la storia si ripete, lo sai,
così come un amore va via
l’altro s’appressa sotto mentite spoglie.
Ha le sembianze dell’ultimo modello
d’anima persa che ricerca, guarda caso, la via.
Epilogo
Alla fine di questa esplorazione, ciò che rimane non è una risposta ma una domanda più leggera. Quell’ombra che si defila ci lascia in eredità non il deserto, ma la libertà di incontrare l’essenziale senza mediazioni. La meditazione non ci salva dalla ripetizione della storia, ma ci dona occhi nuovi per vederla: riconoscendo nell'”ultimo modello d’anima persa” semplicemente un’altra versione di noi stessi in cerca di senso. Forse la vera via non si trova ma si crea, passo dopo passo, nell’accettazione radicale che non c’è nulla da raggiungere – solo esserci, completamente, mentre la vita ci trasforma senza chiedere il permesso.