Esiste un momento in cui la mente, abituata a nutrirsi di narrazioni rassicuranti, si trova improvvisamente nuda davanti alla verità. Quella stessa verità che per anni abbiamo evitato, preferendo le tranquillizzanti favole degli imbonitori, sia interiori che esteriori. La meditazione, in questo senso, diventa un atto rivoluzionario: ci costringe a guardare in faccia ciò che abbiamo sempre saputo ma non osavamo riconoscere. Mentre la “macchina delle illusioni” continua a produrre inganni, la pratica contemplativa ci offre gli strumenti per osservare senza giudicare, per discernere senza reagire. Non si tratta di combattere l’inganno con la forza, ma di lasciare che la luce della presenza mentale dissolva gradualmente le nebbie dell’illusione soggettiva, rivelando quel “bianco iridescente” che è la nostra natura più autentica, prima che venga scolpita nelle rigide forme del pensiero condizionato.
Quando la verità fa capolino dopo un lungo periodo durante cui abbiamo creduto alle favole – leggi menzogne – degli imbonitori di turno, ne rinneghiamo persino l’evidenza. Ci rifiutiamo di prestarle fede nella speranza che le promesse si realizzino comunque. Contravvenendo al più elementare buon senso confidiamo nell’assurdo – nell’illogico – di ciò che non ha riscontro e che – senza fermarsi in tempo – potrebbe condurci rapidamente nel caos.
La macchina delle illusioni
La macchina delle illusioni procede impetuosa
distorcendo la benché minima parvenza di realtà,
travolgendo, in breve tempo, tutti i suoi detrattori,
quelle poche anime oneste che tentano d’affermare
la verità oggettiva, la giustizia, la compassione.
Com’è che puoi combatterla, arginarne l’impeto,
la sua odiosa volontà d’insulsa frode?
C’è stato un momento in cui stavo per arrendermi,
stavo per dirti, ahimè, mi sembra tutto inutile,
ma quasi subito ne ho realizzato il gioco.
Non potrai mai contrapporti scendendo al suo livello.
Scegli la verità, la luce, l’iridescente candore del suo bianco,
scegli la chiara-mente, l’origine che poi diventa marmo
e incidi – a rilucenti lettere – il tuo nitido pensiero …
Epilogo
Alla fine di questo viaggio tra verità e illusione, ciò che rimane non è una battaglia vinta, ma uno spazio interiore più vasto e luminoso. La meditazione non elimina le menzogne del mondo, ma ci dona la chiarezza per non confonderle con la realtà. Quel “nitido pensiero” inciso nel marmo non è un traguardo, ma un punto di partenza: l’inizio di un dialogo più autentico con noi stessi e con l’esistenza. Forse il vero risveglio non consiste nell’abolire l’inganno, ma nel riconoscerlo ogni volta che si presenta, scegliendo – ancora e ancora – la semplicità disarmante della verità che digià ivi dimora. Senza sforzo, senza eroismi, ma con la dolce determinazione di chi ha conosciuto come distinguere la voce del cuore dal rumore del mondo.