La mia meditazione in itinere. Quando ti sembra che il mondo stia per crollarti addosso non rinunciare, non gettare la spugna. Ora come ora non v’è più nulla di confortevole? Non v’è alcunché di bello o positivo, nulla che ti dia la benché minima speranza? Eppure, se attendi ancora un poco che l’effluvio dei tuoi iper-sogni si disperda da sé, rivedrai di nuovo il limitare del bosco onde il sospiro dell’azzurro eterno ti rioffrirà per l’ennesima volta quella levità, quella gioia che credevi di aver perduto per sempre.
Anche se i versi in fondo alla pagina sembra che auspichino o esaltino l’ottimismo, in realtà andrebbero considerati come uno sprone a non mollar mai la presa e, soprattutto, a non cullarsi mai sulle onde, seppur apparentemente pacifiche, della mèra routine. Scegliere di applicarsi alla propria meditazione non è, ovviamente, un dogma, ma è realmente utile. Ora qualche suggerimento più specifico.
Cenni sulla meditazione
1° il rilassamento. La mente e il corpo non sono due entità avulse, tantomeno consequenziali. Esiste solo l’unità mente-corpo. Tuttavia, se desideri rilassarti, è di gran lunga preferibile interagire sempre con ciò che ti è più vicino, più consono e immediato, ossia il corpo. La mente seguirà docile. Al contrario, partire con la mente risulterà spesso un penosissimo errore. Per corpo non intendiamo solo l’apparato scheletrico-muscolare, ma le sue funzioni vitali e pressoché spontanee come il respiro.
Dipingersi d’azzurro
Quando mi volsi
per ammirar di soppiatto
quell’etereo profilo che disinvolto
ammiccava tra una nuvola pensiero e l’infinito,
rividi in un istante la mia vita
e seppi ch’era stata un vero bluff
dov’è l’unica costante rammentassi
era rincorrer sogni futili e vani …
ma ora che il ciel mi dedicava
qualche ennesimo flash di amore e tregua
seppi che Dio bighellonava quasi all’intorno
pronto al sorriso e sempre qui presente.
Sìcché osservai ogni caligine sparire
e il cielo cupo dipingersi d’azzurro.