Una tra le peculiarità caratteriali meno appariscenti è l’ambiguità. Se sei un tantino consapevole ti ci imbatti sovente. Innanzitutto rilevi la tua doppiezza. Poi, via via, quella dei tuoi affini. Infine la riscontri sui volti pressoché sognanti degli estranei. La maggior parte è intenta a inseguire una stella cometa che però non esiste. Poi ci sono quelli che hanno compreso l’inganno, una sorta d’illusione in itinere che, tuttavia, ti aiuta a sopravvivere in attesa di raggiungere finalmente la tua meta che, in realtà, lo scoprirai troppo tardi, è fatta a sua volta di sogni, è un bel nulla. E tutto ciò perché l’unica meta possibile, la sola àncora di salvezza che valga la pena d’inseguire, ancóra e poi ancóra, fino a centrarla, ce l’hai già, è qui, ora.
Àncora
La mia àncora di salvezza è la poesia.
Nei momenti durante cui sono triste,
amareggiato o finanche disperato,
leggo, scrivo e quindi recito
tra i più disparati futili versi.
Ma donde sgorgano?
Dalla mia mente imbibita di paure!
Non so dove andranno.
I cestini della carta straccia?
Stracci di poesie
che servono solo a far passare il tempo,
fingere, distrarsi, in attesa che piova il bello, ancóra.