Perché discettare sempre sulla vita altrui? Per un po’ parlerò di me stesso. Questa è la prima volta che, invece di cincischiare sul più e sul meno, rifletto sulle vicissitudini in cui un tizio qualunque può incorrere se si ostina a indugiare sulla via che conduce a se stessi, ma senza approfondire più di tanto, rimanendo sempre sul bordo e in disparte, chiacchierando in merito, fingendo di sapere o trascrivendo gli insegnamenti del suo antico maestro zen.
Sulla via del risveglio
Sono un cultore
della via del risveglio
o, se preferite,
della via della consapevolezza,
ma tuttora così addormentato,
così perso nei meandri
del labirinto che dovrebbe condurmi
nei pressi dell’inconoscibile
che un po’ di calma
mi sembra quasi un sogno.
Sicché di tanto in tanto,
stanco di tratteggiar sui muri
della mia mente tesa
stralci di cielo limpido
che però non c’è,
siedo in silenzio
sul bordo dell’azzurro,
sul ciglio dell’assurdo,
là dove regna l’essere,
ma senza che alcun nume
s’indugi o s’intrattenga.
Sono un cultore
di splendidi orizzonti.