La meditazione è uno stato di riposo naturale della mente. E’ un dono che l’esistenza elargisce a taluni in modo del tutto spontaneo; e, in quanto tale, dovrà essere redistribuito a chiunque in maniera completamente gratuita.
Su quest’argomento ci sono state così tante speculazioni da renderlo pedissequo. Con essenza della meditazione s’intende il nucleo, una super-sintesi che indichi – senza troppi giri di parole – l’atteggiamento che si dovrebbe assumere, ossia il modo di predisporsi, quindi i passi da compiere, cioè la tecnica, il metodo.
Durante i miei pregressi pellegrinaggi tra diversi maestri spirituali, nonché monaci appartenenti a svariate correnti tra le più disparate religioni del pianeta ho ricevuto un’incredibile sfilza di risposte. Ma nonostante ciascuna di queste opinioni abbia senz’altro validi fondamenti non ho trovato nulla che potesse aiutare chicchessia, indipendentemente dalle peculiari predisposizioni psicologiche. Al punto da convincermi che l’essenza della meditazione non esiste. Non è l’amore, altrimenti ci sarebbero già stati innumerevoli meditanti di successo (in senso lato, ovviamente, perché questo genere di successo non corrisponde affatto a quello mondano) di cui, molti, pure illuminati. Non è il silenzio, che di per sé non significa nulla … L’essenza non è! La meditazione è lo stato d’animo che si verifica quanto smetti – spontaneamente – di tentare d’amare, di essere, di rimanere in silenzio, di prestare attenzione al respiro; perché l’amore si è dissolto, l’essere dileguato, il silenzio si è trasformato in gioia, il respiro si è fermato (attutito) da sé.
Ciò non toglie che per raggiungere la meditazione tu non debba provare ad amare, provare ad essere, indirizzare (disciplinare) la mente per contemplare un determinato oggetto, sino a trascenderlo e realizzare che, in realtà, sei tu, in quanto mente, a far girare il tuo medesimo mondo.