Le vere istruzioni – per meditare – non sono mai prolisse. Sono sufficienti pochi, succinti cenni e il resto è sempre e solo esperienza.
Se dovessi scrivere qualcosa per insegnare a meditare non saprei nemmeno da dove cominciare. In realtà scrivo per me stesso, per tentar di comprendere ed afferrare l’incomprensibile, l’inafferrabile. Anni addietro mi davo delle arie formulando frasi ad effetto, ma ora ho capito ciò che premia davvero.
Semplicità e schiettezza sono i mezzi migliori per risalire la china del dubbio. Ho compreso come la meditazione non sia una pratica, ma un modus vivendi. Si comincia col soffermarsi su un punto. Si procede con il contemplarlo, osservarlo, senza riflettere. Oltre che puntuale, l’attenzione dovrà essere costante. Ovviamente, sarebbe preferibile che non ci fossero tentennamenti di sorta. Tuttavia nel caso in cui la distrazione prevalesse comunque si può riconvergere sull’oggetto primario e contemplarlo come se nulla fosse. Ricominciare daccapo – riportando l’attenzione al punto di partenza – riprendendo l’osservazione. Oltre che volenterosi bisogna essere accurati e metodici …