Cos’è che scopri in meditazione? Soprattutto la semplicità. I metodi – gli approcci filosofici – correlati sono tanti. Secondo l’insegnamento del Buddha non v’è metodo migliore, più efficiente o più rapido se non la meditazione seduta e in azione. La presenza di spirito calma e attenta richiesta a tal fine non è una via astratta, teorica o utopistica, ma una pratica che oltre ad armonizzare corpo e mente riconcilia con la natura.
Provocazioni
Meditare nudi? Lo dico subito, è una provocazione. Non si tratta di praticare o esercitarsi nella meditazione discinti, senza veli, cioè indumenti, né da soli, tanto meno in compagnia di chicchessia. Il titolo l’ho scelto per suscitare un po’ di curiosità, per attrarre qualche lettore in più. Che significa, dunque, meditare nudi? Liberarsi, nei limiti del possibile e per un periodo di tempo relativo, cioè circoscritto alla pratica meditativa, di qualunque sovrastruttura culturale. Significa rinunciare ai propri pensieri per dimorare in quiete sul proprio giaciglio, amorevolmente, in silenzio.
Meditare svestiti significa dedicare un breve periodo di tempo giornaliero a se stessi. l’attenzione si rivolge alla propria nuda interiorità. Nessun oggetto nella mente. Osservi, lasci fluire: i pensieri, il respiro, gli eventi. Ma in realtà, cos’è che focalizzi, un insieme indistinto, il vuoto? Nulla di tutto ciò. Siedi ben dritto. Tu sei il centro del ciclone. Tutt’intorno la vita ruota vorticosa travolgendo qualunque ostacolo si frapponga all’inarrestabile impulso.
Il luogo in cui ti trovi ora è alieno, estraneo, isolato. Non subisce nessuna conseguenza esterna. Ma non si tratta della tua psiche implicita, di un suo punto interno. Tu sei già la tua interiorità. Lo sottolineo vivamente. Tu sei la tua stessa interiorità. Chiudi gli occhi, taci, Cos’eri prim’ancora di nascere? Pura coscienza, un’anima battagliera coinvolta nella ruota perenne del destino, una tremula fiammella soggetta agli sbuffi capricciosi della vita, un flutto, un’onda che si erge tra i marosi ridondanti e sterminati del silenzio.
Medita nudo, senza darti pena di tutto ciò che ti circonda. Medita con amore, senza pretendere di riversare i tuoi volubili sentimenti verso un mondo che, forse, ancora non apprezzi. Medita solo, o in compagnia, poi riprendi il tran tran senza cercare riscontri ai tuoi presunti esercizi spirituali. In realtà ti sei limitato a seminare, a coltivare il silenzio, fiducioso che i suoi fiori sbocceranno per chiunque sappia mai beneficiarne.
Epilogo
Questi brevi articoli, o post, o messaggi, come preferite, non hanno lo scopo d’insegnare la meditazione, ma di condurvi sulla soglia della spiritualità. Già. la soglia! La meditazione induce spesso l’idea che ciascuno debba fare qualcosa per superarla, per sbriciare al di là del velo che ottenebra la propria visione del mondo. In realtà dobbiamo solo calmare i nostri pensieri, la mente. Ci sono persone a cui la pratica di un esercizio di meditazione, ben lungi dall’apportare benefici, può arrecare fastidi. Sono individui abbarbicati al noto, arroccati e trincerati dietro le parvenze, che non ammetterebbero mai la benché minima alternativa esistenziale al di là del modo abitudinario e ripetitivo di rapportarsi alla quotidianità. Smuoverli è pressoché inutile. Saranno le circostanze a risvegliarli, prima o poi, bruscamente. Ma non lasciamoci trovare impreparati. prima che tutto ciò avvenga proviamo a meditare nudi.