Frasi, espressioni e spunti, relativamente colti, ma mai meramente intellettuali. Detti che si richiamano sempre all’esperienza della meditazione. Formulati in varie occasioni dai curatori del sito sono a disposizione di chiunque voglia riprodurli singolarmente. Sarà sufficiente indicare che la provenienza è www.meditare.it. Parole, giudizi, aforismi ad effetto che in realtà non hanno nulla a che vedere con l’esperienza di meditazione reale, ma ne indicano una traccia, ne anticipano l’esito, ne sortiscono una lieve, seppur relativa, ma progressiva speranza.
Una delle verità più misconosciute, se non evitate, è proprio il fatto che la verità dovrebbe essere cercata sostanzialmente dentro. Tuttavia la verità non coincide necessariamente con la nostra interiorità. In pratica è molto più semplice percepirla quando interiorizziamo la mente, ossia tranquillizziamo i pensieri che invece di cozzare vicendevolmente dando luogo nel tempo a una lunghissima serie di continue contraddizioni, collaborano e convergono verso la realizzazione di un unico fine. Ma quale? A ciascuno tentare di scoprire l’enigma: dove dimora lo spirito?
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Esplora la foresta mistica dei risvolti più reconditi della tua mente individuale con l’aiuto della meditazione. Investiga il tuo tempio interiore. Scoprirai quindi che il tempo della solitudine spirituale è finito. Qualora l’occhio della tua mente si schiudesse, ti ritroveresti, quasi d’incanto, sotto una fitta pioggia di luce. Vedresti il tuo mondo ruotare su se stesso e la vita ti apparirebbe finalmente come una splendida partitura tutt’ancora da scrivere …
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Cos’è la meditazione se non il coraggio di tuffarsi per pochi istanti alla volta nell’oceano delle forme pensiero? Osservarle senza remore o pregiudizi e rendersi finalmente conto della loro effettiva origine per sintonizzarsi con un principio che può essere indicato solo con un paradosso come la gioia senza amore o la fine senza morte.
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La ricorrenza continua degli eventi di meditazione detti FlashMob – o più specificatamente MedMob – dimostra come la mappa della spiritualità contemporanea sia ben più estesa e aperta di quanto non sia mai avvenuto in passato. Così come la meditazione aiuta ad espandere la percezione del proprio essere, altrettanto succede con quella dei confini psicologici, sociali e ambientali. Il silenzio della meditazione non si limita più al solo modus operandi o celebrandi di un piccolo grande tempio, ma comprende le piazze, crocevia di quel tessuto coabitativo peculiari agli spazi più urbanizzati di ogni epoca storica.
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Calma e tranquillità, in realtà la meditazione non è affatto questo. Se cercassi in primo luogo solo la calma e il silenzio passivi, prima o poi ti ritroveresti arenato su una spiaggia anonima quanto sconosciuta. Questo perché la vera meditazione è soprattutto energia che diventa armonia e solo in un secondo momento si trasforma in calma e tranquillità di spirito. Giochi di parole che anche se non descrivono per forza di cose l’esperienza reale ne indicano la possibilità concreta.
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E’ possibile cambiare il destino? Ci sono aspetti che non dipendono dalla propria volontà, ma per quanto riguarda le nostre scelte e il nostro impegno, tutto dipende da noi. Ci sono due circostanze che, in particolar modo, si possono superare: a) i condizionamenti, infatti dal momento in cui ne diventiamo coscienti, accettarli o lottare per liberarcene diventa una scelta; b) le finte credenze che agiscono soprattutto in modo inconscio suscitando energie davvero straordinarie, ma che sono sintomo d’inconsapevolezza. In meditazione si fa affidamento sulla propria forza interiore.
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Com’è che puoi scoprire la vita celata che vibra in ogni atomo e la luce segreta che di fatto splende in ogni creatura? Come puoi divenire così autocosciente e nel contempo altrettanto equilibrato da percepire l’uno – tanto il seme che il frutto – lungo il cammino di un tempo che si chiama amore? Ma con la meditazione, è ovvio!
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Se riuscissimo a rimanere in silenzio, seppur per un breve lasso di tempo, ma senza compromessi, scopriremmo ben presto la meditazione. Il silenzio in questione non dovrebbe essere una quiescenza passiva, un’inerzia rassegnata o una sorta di dimenticanza, tutt’altro: per avvicinarti alla meditazione è preferibile che il silenzio sia attivo, cioè deliberato. Osservi, ad esempio, il libero flusso dei pensieri e ne prendi atto senza giudicarli. In altri termini ti comporti come un testimone, come un guardiano sull’uscio … della mente.
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Cos’è che ti fa più paura: il mistero, l’inspiegabile, gli imprevisti? Ciascuno ha le proprie fobie, da impercettibili angosce al panico vero e proprio. Spesso brancoliamo nel buio, senza venirne a capo, sino a scoprire che quei fantasmi che ci più terrorizzano sono, in realtà, frutto della nostra stessa fantasia. Siamo noi stessi a crearli e, quindi a incuterci da soli quel terrore che poi attribuiamo alle più svariate circostanze. Una volta temevo la meditazione. Ogni volta che l’incontravo fuggivo a gambe levate inventandomi una moltitudine di hobby, d’inderogabili impegni o qualunque occupazione riuscisse a distogliermi rapidamente da me stesso. Poi ho capito che quei timori non erano altro che smorfie. Gli sberleffi, le sollecitazioni che la vita riserva a ciascuno per aiutarlo a uscire dal sonno ipnotico che gli suggerisce d’esser già pienamente cosciente, consapevole, libero.
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Osserva il lento fluire dell’acqua di una cascata, ascoltane i suoni. Concentra tutta la tua attenzione. Quando dopo un certo lasso di tempo ti sembrerà che la scena ti sia rimasta abbastanza impressa chiudi gli occhi e rilassa la respirazione. Lo sciabordio dell’acqua che scorre aiuta soprattutto la meditazione. Questo genere di suoni potrebbero essere utilizzati anche come parte di un programma di guarigione olistica o alternativa. Aiutano molto per imparare a meditare. Ascoltati in background sono ottimi per favorire la meditazione nei principianti o per rilassarsi in preparazione della meditazione più profonda.
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Riservati qualche minuto per rilassarti con un po’ di musica strumentale. Che sia soprattutto lenta e, ovviamente, senza parole. Anche se non raggiungerai le più alte vette dello spirito, anche se i conseguimenti mistici ti appariranno sicuramente lontani, ti approssimerai, dolcemente, senza forzature, senza escamotage, alla semplicità, che è spontaneità, serenità, gioia di vivere. E mentre il tuo umore s’innalzerà gradualmente, realizzerai che la meditazione non è un dato di fatto, ma un processo naturale che dal particolare, dall’immanente, ti conduce via via all’universale, al trascendente; e senza che l’abbia nemmeno cercato. Sicché qualunque accadimento, sia pur il più modesto tra gli svaghi, sarà sempre foriero di ulteriori progressi.
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Meditazione, un viaggio interiore da intraprendere e provare, almeno una volta nella vita. L’alba come il tramonto qui raggiungono tonalità di fiducia davvero sorprendenti e il silenzio mette in risalto ogni piccolo alito di gioia. Qui tutto si ferma e non ha tempo. E l’uomo diventa piccolo di fronte all’immensità, ma così unito al tutto. Qui tutto è armonia, contemplazione.
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Il vero scopo dei racconti zen non è d’insegnare o indicare la via, ma lasciarti perplesso, offrirti la possibilità d’intravedere un mondo ideale che purtroppo non ha riscontri, creare un paradosso per separarti, temporaneamente, dalla tua stessa mente e consentire alle istanze in apparenza più illusorie di emergere, d’infrangere un colpo letale al cicalio di coloro che ti suggeriscono come comportarti, cosa fare e chi essere. Ti sarà sufficiente attingere alle tue risorse più implicite per renderti conto di come il vero spirito della meditazione sia fatto di silenzio.
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Se non apri la mente non riuscirai mai a rinunciare ai pensieri. Continuerai a identificarti, seppur inconsciamente, con qualunque idea ti piova addosso credendo, soprattutto, che sia tua. Per questo motivo, libertà e meditazione sono così affini.
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L’ascolto della musica rilassante è, per sua natura, l’approccio più semplice e immediato alla meditazione. In senso lato è la meditazione per chi non conosce la meditazione, per chi non ne sa nulla, ma trova interessante, se non soddisfacente e spontaneo rimanere in silenzio per un breve frangente trasformandosi in un ricettacolo di suoni o immagini se non sensazioni che osserva neutrale senza sapere bene perché lo faccia e dove lo condurrà. Sennonché c’è un solo posto dove, in realtà, potremmo sempre andare. Ed è verso noi stessi. In modo da realizzare “ciò che è”: né più né meno dell’incommensurabile vita che si dipana sotto i nostri occhi, scorre nelle nostre vene, come l’acqua placida di ogni corso che possa dirsi fiume, sequela di accadimenti. Come un respiro, che ha un inizio, una fine, una pausa, ma che dietro le quinte cela un segreto, la luce.
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Bene, siamo giunti in fondo alla pagina, ma mi mancava un aforisma e ho dovuto inventarlo. Meditazione è contemplare la mancanza, l’assenza. I pensieri si sono appena appena dileguati e cominci a diventare consapevole dell’insostanzialità della comunicazione verbale.
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Se riesci ad amare la vita, per ciò che è o rappresenta, nella sua interezza, senza pretendere l’impossibile, ma aspirando sempre e comunque al meglio, senza estrapolarne una parte a svantaggio del tutto, tutta la vita diverrà una lunga, fruttuosa meditazione.
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Una classica seduta di meditazione? C’è la postura, poi il buio, o dir si voglia penombra, e ci sono i pensieri, di tutti i tipi, che come al solito ti distolgono, ti conducono per mano nei più arditi voli pindarici, si rivolgono dappertutto tranne, guarda caso, che al momento stesso, qui e ora, il tuo immediato presente.
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Quanti di noi, provati dalle vicissitudini della vita, credono, in cuor loro, di essere piuttosto mediocri? Eppure, se si fossero, almeno un po’, incamminati lungo la via della consapevolezza, il sentiero che conduce a esplorare la propria interiorità, in particolar modo con l’aiuto della meditazione, avrebbero scoperto che nel proprio intimo è celato il migliore dei tesori possibili.
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Spiritualità, religiosità, meditazione? Va bene, ma il nostro obbiettivo è soprattutto la levità, la leggerezza, la tenuità, la grazia di uno spirito che sorride sempre. Anche se all’apparenza dissacra, in realtà non infrange nulla. Un umorismo che offende solo i sepolcri imbiancati che tentano di rifarsi il look affrescando la superficie mentre al di sotto ribolle ancora l’ego.
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Se riesci ad approfondire la meditazione sarai sempre più sereno perché difficilmente le circostanze riusciranno a turbarti. Nello stato meditativo l’immaginazione può esserti d’aiuto a superare gli ostacoli dipesi dalla mancanza di fiducia in te stesso.
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Le sovrastrutture ideologiche della vita sono invenzioni della mente che mente innanzitutto a se stessa. I molteplici modi d’essere sono riconducibili ad un’unica verità che, con l’aiuto della meditazione, puoi intuire celermente.
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Da dove nasce l’equità? Quella vera, ovviamente. Dallo spirito della via di mezzo e dalla meditazione.
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Non aggrapparti futilmente a nessun oggetto o idea che non sia davvero fondamentale e conoscerai la vetta della libertà che è meditazione.
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Musica per il rilassamento e la meditazione. Paesaggi dell’animo che si succedono in guisa di stati mentali successivi. Osservali mentre si dipanano lungo il percorso effimero di un’immaginazione che crede in tutto ciò che vede senza tener conto che si tratta solo di proiezioni. La traccia che ti conduce al sentiero del silenzio incontra prima l’armonia, poi sembra fermarsi, ma per riprendere speditamente il tragitto con rinnovato vigore. Ed ecco la meditazione, la tua ricerca spirituale, l’osservazione di tutto ciò che emerge o sorge dall’ascolto, purché l’ascolto medesimo sia fine a se stesso.
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Il significato della meditazione? Fermati e adopera – intensivamente – la mente solo quando necessario. La sua attuazione? Non fermarti mai!
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La meditazione vera e propria prevede che dopo aver ponderato e contemplato tutto ciò che trabocca dalla mente ci si rilassi per un po’ senza tentare di razionalizzare ulteriormente. Rimanendo, quindi, con le umili, ma feconde intuizioni, così felicemente desunte.
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L’acqua che scorre richiama sempre un senso di pulizia interiore. Se ti concentri sul suo suono, se le presti particolarmente attenzione, a occhi chiusi, senza pensare a nulla se non all’acqua medesima che ti sommerge delicatamente, ne trarrai sicuramente vantaggi. Dapprincipio sarà soprattutto la tua mente a sentirsi purificata, in seguito la sensazione lenitiva si espanderà sino a comprendere le molteplici sfere del tuo essere qui e ora sino a coinvolgere le più sottili e riposte pieghe della coscienza. Ora ascolta, chiudi gli occhi e immagina che quest’acqua eterica si riversi dall’alto sulla sommità del capo e solleciti direttamente il Sahasrara, il loto dai mille petali, lo stargate del nirvana astrale. Buona meditazione!
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Non v’è alcun dubbio, lo zen, così come la meditazione – perché il termine indica all’incirca il medesimo concetto – rifugge da qualunque approccio intellettuale che non sia la comprensione intuitiva. Una percezione che si concretizza nell’immediatezza di una situazione in apparenza paradossale.
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Non siamo noi che dobbiamo trovare la meditazione, ma è lei che deve trovare noi. Nel senso che i giochi, cioè i metodi, sono solo trucchi per predisporsi a ricevere, a fare spazio. Al momento l’ambiente interiore è come un crocevia di pensieri. Quando la mente si calma ecco l’orizzonte.