D: – Qual è il vero scopo dei riti? –
R: – Le cerimonie consistono, fondamentalmente, in metodi che apparentemente potrebbero aiutarci ad entrare in contatto con noi stessi, a percepire la nostra interiorità. Anche la ritualità laica (ad esempio la massoneria) ha lo stesso scopo. La pregnanza, il valore di qualunque rito, pertanto, non è assoluto. Le cerimonie sono strumentali. Sono artifici che predispongono la mente a percepire sé medesima.
D: – E su Chiese, templi, moschee, che ne pensi?
R: – Non ho nulla contro le chiese, i templi, le moschee. Penso tuttavia che non bisogna conferirgli attributi e prerogative che non hanno. Le chiese ed i templi, le moschee, di per sé non hanno alcuna spiritualità, sacralità. Sono luoghi al cui interno è possibile che insorgano stati d’animo particolari, disposizioni mentali favorevoli alla creatività, alla manifestazione di quel che di più intimo e “sacro” si cela indifferente nei labirinti della mente. Tuttavia mi sembra chiaro come – gran parte, non tutti, ovviamente – dei gestori tradizionali dell’affare spiritualità, gli attuali curatori di chiese, templi, moschee, la famigerata “Old Age” (questa me la sono inventata ora), riescano ancora a turlupinare miriadi d’innocenti.