L’attenzione, in realtà, è sempre bi-direzionale, coglie sia l’evento che s’intende osservare, ossia l’oggetto della sua applicazione che il soggetto percipiente, colui che si adopera e si concentra. Se poi questa sorta di esercizio si pratica con cura e diligenza si schiude una nuova dimensione, quella dell’interiorità, foriera di molteplici e ridondanti sorprese, di continue e inattese soddisfazioni. La nota di avvio è comunque la consapevolezza … il pensiero si quieta e rasserena perché non ci s’identifica più passivamente … ma leggiamo, in breve, gli appunti di Eckhart Tolle …
«[…] quando ascolti un pensiero, non solo sei consapevole di quel pensiero ma anche di te stesso in quanto testimone e osservatore.
Subentra una nuova dimensione di consapevolezza.
Mentre ascolti il pensiero, avverti una presenza consapevole (il tuo sé profondo) come se fosse al di sotto o dietro di lei.
Allora il pensiero perde il suo potere su di te e presto si acquieta, perché non stai più trasmettendo energia alla mente attraverso la tua identificazione con essa.
Questo è l’inizio e la fine del pensiero involontario e compulsivo.
Quando un pensiero si placa, sperimenti una soluzione di continuità nel flusso mentale, un intervallo “senza mente”.
All’inizio gli intervalli sono brevi, magari di qualche secondo, ma gradualmente si allungano.
Quando si verificano, provi una certa quiete e pace dentro di te.
Questo è l’inizio del tuo stato naturale di unione con l’Essere, generalmente oscurato dalla mente.
Con la pratica, questa sensazione di pace e quiete si intensifica. Infatti, non c’è fine alla sua profondità. Avvertirai anche una sottile emanazione di gioia sorgere dal profondo: la gioia dell’Essere.
Non è come trovarsi in uno stato di trance. Nient’affatto. Non c’è nessuna perdita di consapevolezza qui.
Casomai il contrario.
Se il prezzo per la pace fosse un indebolimento della consapevolezza, e il prezzo per la quiete una mancanza di vitalità e prontezza, allora non varrebbe la pena di averle.
In questo stato di connessione interiore, sei molto più allerta, molto più sveglio di quando ti identifichi con la mente. Sei pienamente presente.
Questo stato fa innalzare anche la frequenza di vibrazione del campo energetico che dà vita al corpo fisico.
Scendendo sempre più in profondità in questo regno “senza mente”, realizzi lo stato di pura consapevolezza.
In esso, avverti la tua presenza con una tale intensità e con una tale gioia che, in confronto, tutti i pensieri, le emozioni, il corpo fisico e il mondo esterno diventano insignificanti.
Non si tratta però di uno stato egoistico, bensì disinteressato.
Ti porta al di là di quello che ritenevi essere il “tuo sé”. Quella presenza sei tu, eppure allo stesso tempo è qualcosa di inconcepibilmente più grande di te.»
(Da: “Il potere di Adesso. Una guida all’illuminazione spirituale”, Eckhart Tolle)
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– Eckhart Tolle – Wikipedia