Com’è che si dovrebbe considerare la tolleranza? Si tratta forse di un modus vivendi etico? Oppure è – più semplicemente – una vivace realizzazione dello spirito? Si, intendo proprio dello spirito, ma di consapevolezza! A voi la scelta, qui non troverete suggerimenti esistenziali, tanto meno indicazioni metodiche. Nel frattempo che ciascuno decida da sé, secondo la propria lungimiranza, che in definitiva è ciò che – dapprincipio – conta davvero, leggiamo cosa ne pensava Jiddu Krishnamurti, uno tra i più illustri maestri spirituali e di meditazione del secolo scorso, quando da giovane, adoperando lo pseudonimo di Alcione, si pronunciò come segue …
«Devi provare in cuor tuo perfetta tolleranza per tutti, ed un sincero interessamento nelle credenze di quelli di altre religioni, nella stessa misura che lo hai nelle credenze della tua propria.
Perché la religione loro è un sentiero che conduce all’Altissimo, precisamente come lo è la tua. E per aiutare tutti devi comprendere tutto. Ma per acquistare questa perfetta tolleranza devi prima esser libero tu dal bigottismo e dalla superstizione.
Impara che nessuna cerimonia e’ necessaria, altrimenti ti crederai in qualche modo da piu’ di quelli che non la compiono. Tuttavia non biasimare coloro che ancora si aggrappano alle cerimonie. Lascia che essi facciano come vogliono; soltanto non devono ostacolare te che conosci la verità’; non devono cercare d’importi quanto col crescere hai oltrepassato.
Fa’ concessione per ogni cosa, sii amorevole verso ogni cosa. Ora che i tuoi occhi sono aperti, alcune delle tue vecchie credenze, delle antiche cerimonie, possono sembrarti assurde e forse lo sono realmente.
Tuttavia, benché tu non possa piu’ parteciparvi, porta loro rispetto per amore di quelle anime buone per le quali sono ancora importanti. Esse hanno il loro posto, hanno la loro utilità; sono come le doppie righe che da fanciullo ti guidarono a formare lo scritto diritto e uniforme, fino a che la tua mano non ebbe imparato a far meglio e piu’ liberamente senza di esse.
Un tempo ne avevi bisogno, ma ora quel tempo e’ passato. Un grande Istruttore scrisse: “Quando io ero fanciullo, io parlavo come un fanciullo; io ragionavo come un fanciullo; ma quando sono diventato uomo, io ho dimesse le cose da fanciullo come non essendo piu’ d’alcun uso”.
Tuttavia colui che ha dimenticato la sua fanciullezza e non e’ piu’ in simpatia coi fanciulli, non e’ uomo atto ad insegnar loro e ad aiutarli. Perciò’ considera tutti con amorevolezza, dolcezza e tolleranza, ma tutti ugualmente, buddista od indù’, Jain od israelita, cristiano o maomettano.»
– Alcione –
(Nota: Alcione è Jiddu Krishnamurti. Quando adoperava questo pseudonimo era molto giovane. Gli alcioni – mitici uccelli – erano considerati – nella mitologia greca – un collegamento tra cielo e mare. Divennero anche il simbolo di una rapida pace e di tranquillità.)
[Da un libricino dal titolo: Ai piedi del Maestro. Alcione (J. Krishnamurti)]
– Jiddu Krishnamurti (amazon)
– Krishnamurti (macrolibrarsi)
– Jiddu Krishnamurti – Wikipedia