Nell’incessante tumulto della vita moderna, dove il frastuono e l’agitazione regnano sovrani, emerge la necessità vitale di abbracciare il silenzio. Questo articolo esplora l’arte perduta del quieto raccoglimento, invitando l’anima a sintonizzarsi con la melodia interiore dell’essere. Riflettiamo sul perché, nonostante il silenzio sia un ingrediente cruciale per la nostra serenità, spesso lo evitiamo, riempiendo ogni attimo con distrazioni superficiali. La paura del vuoto interiore ci spinge a cercare connessioni incessanti, ma è proprio nel silenzio che possiamo incontrare la nostra vera essenza e colmare quel vuoto con una presenza più autentica e pacifica. Questo scritto ci guida in un viaggio verso la riscoperta di spazi di quiete, dove possiamo finalmente ascoltare la voce del nostro cuore e ritrovare l’armonia con noi stessi.
«Ho l’impressione che molti di noi temano il silenzio. Stiamo sempre afferrando qualcosa – testo, musica, radio, televisione o pensieri – per riempire lo spazio. Se silenzio e spazio sono così importanti per la nostra felicità, perché non facciamo maggiormente posto per essi nella nostra vita?
Una delle mie studentesse di vecchio corso ha un compagno che è molto gentile, un buon ascoltatore non eccessivamente loquace, ma in casa ha perennemente bisogno di avere la radio o la TV accese e preferisce avere davanti un giornale mentre è seduto a fare colazione.
Conosco una donna la cui figlia amava partecipare alla meditazione seduta nel tempio zen della zona e la incoraggiò a provare anche lei. «È davvero facile, mamma», le disse. «Non sei costretta a stare seduta sul pavimento, ci sono delle sedie a disposizione. Non sei costretta a fare niente. Rimaniamo semplicemente seduti in silenzio.» Con estrema sincerità la madre replicò: «Credo di aver paura di fare proprio quello».
Possiamo sentirci soli persino quando siamo circondati da molte persone. Siamo soli insieme. C’è un vuoto dentro di noi. Non ci sentiamo a nostro agio con quel vuoto, quindi tentiamo di riempirlo o scacciarlo. La tecnologia ci fornisce numerosi congegni che ci permettono di «rimanere connessi». Oggigiorno siamo sempre «connessi» ma continuiamo a sentirci soli. Controlliamo le email in entrata e i siti dei social media più volte al giorno. Spediamo per email o postiamo un messaggio dopo l’altro. Vogliamo condividere, vogliamo ricevere. Ci affaccendiamo tutto il giorno nel tentativo di connetterci.
Di cosa abbiamo così paura? Possiamo provare un senso di vuoto interiore, un senso di isolamento, di infelicità, di irrequietezza. Possiamo sentirci tristi e non amati. Possiamo avere l’impressione che ci manchi qualcosa di importante. Alcune di queste sensazioni sono molto antiche e sono sempre state con noi, sotto tutto il nostro fare e pensare. Avere una miriade di stimoli ci rende facile distrarci da ciò che stiamo provando, ma quando c’è silenzio tutte queste cose si manifestano chiaramente.»
[ Da: Il dono del silenzio – Thich Nhat Hanh ]
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– Thich Nhat Hanh su wikipedia
– EsserePace.org – Thich Nhat Hanh