Meditazione e Verità sono senza dubbio inscindibili. In realtà s’intraprende l’una per cercare l’altra. Tuttavia sarà meglio evitare di coltivare pedissequamente il ricordo di ciò che può essere stato un barlume di Verità e confonderlo quindi con quella stessa realtà che si presume rappresenti. Semmai la meditazione comincia solo dove finisce la fede nel passato … ma ecco un breve riepilogo dei punti salienti … Natura della Verità: la verità non è qualcosa di fisso o assoluto; aggrapparsi a un’esperienza passata come verità può impedire la scoperta della verità attuale … Comprensione e Calma: la comprensione della verità avviene solo quando la mente è calma e libera dai ricordi che alimentano la memoria … Conoscenza di Sé: la meditazione è fondamentale per la conoscenza di sé e non può essere sostituita da trucchi o discipline imposte … Questi concetti introduttivi riflettono il pensiero di Jiddu Krishnamurti sulla relazione tra meditazione, verità e la comprensione di sé.
«La verità è qualcosa di assoluto, di definitivo, di fisso? Ci piacerebbe che la verità fosse assoluta, qualcosa in cui potessimo trovare definitivamente un rifugio. Noi vorremmo che fosse qualcosa di permanente, a cui potessimo aggrapparci per essere felici. Ma c’è una continuità nella verità, che consenta di sperimentarla ripetutamente? Ripetere un’esperienza significa coltivare la memoria. Nei momenti di calma mi può accadere di sperimentare una verità, ma se mi aggrappo a quest’esperienza, che ormai è un ricordo, e la faccio diventare qualcosa di fisso, di assoluto, ho ancora a che fare con la verità? La verità implica la coltivazione della memoria? Oppure si può scoprire la verità solo quando la mente è calma?
Quando la mente non ha più a che fare coi ricordi e non alimenta la memoria come centro necessario per riconoscere i fatti, ma è consapevole di tutto quello che dico e che faccio nelle mie relazioni, nelle mie attività quotidiane, quando vede la verità di quello che accade di momento in momento, si muove sulla via della meditazione. Può esserci comprensione solo quando la mente è calma, e la mente non può essere calma finché ignora se stessa. Questa ignoranza non si toglie di mezzo con una disciplina o sottomettendoci ad un’autorità, antica o moderna che sia. La fede in qualcosa cerca soltanto resistenza e isolamento, e dove c’è isolamento non può esserci alcuna tranquillità.
C’è tranquillità solo quando comprendo tutto quello che accade dentro di me, quando mi rendo conto delle varie entità, in conflitto tra loro, che costituiscono il “me”. Siccome questo un compito estremamente difficile, noi preferiamo rivolgerci ad altri per imparare dei trucchi, che chiamiamo meditazione. Nessun trucco della mente potrà mai essere meditazione. La meditazione è il principio della conoscenza di sé; senza meditazione non abbiamo alcuna possibilità di conoscere noi stessi.»
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– Krishnamurti (macrolibrarsi)
– it.wikipedia.org – Jiddu Krishnamurti
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