Renè Zuber, uno degli allievi di Gurdjieff, un maestro spirituale che influenzò molti pensatori e artisti del XX secolo, racconta un episodio curioso che gli accadde la vigilia di un Natale russo. Invitato a casa del maestro, si trovò a dover preparare dei regali per i bambini e a decorare un abete. Ma Gurdjieff gli chiese di fare qualcosa d’inatteso: appendere l’albero al soffitto, con le radici per aria. Zuber si domandò quale fosse il senso di questa richiesta e cosa volesse insegnargli Gurdjieff con siffatto bizzarro ed eccentrico gesto.
«Come esempio della maniera non dogmatica e del tutto pratica che aveva Gurdjieff di insegnare, racconterò quello che mi è capitato la vigilia di Natale (il Natale russo che viene in ritardo di tredici giorni rispetto al nostro). Ero stato convocato a casa sua dove trovai un altro dei suoi allievi. Il padrone di casa ci fece entrare nel salone che era vuoto e al centro del quale erano stati deposti dei giocattoli, dei dolciumi e delle arance. Si trattava di ripartirli in piccole buste di carta affinchè ogni bambino avesse la sua parte.
Un grazioso abete, appena riportato dal mercato dei fiori, testimoniava che tutto sarebbe stato fatto secondo le regole. Mi sentii in dovere di trasformarlo in albero di Natale. Avevo a portata di mano delle ghirlande, le candele e le stelle necessarie. Per un alsaziano come me era un’occupazione profondamente soddisfacente. Il mio compito era terminato o quasi quando Gurdjieff entrò, gettò un rapido sguardo ai nostri lavori e, avvicinandosi all’albero, mi fece segno di appenderlo al soffitto. Non credevo ai miei occhi. “Ma… Signore… al soffitto là in alto? La punta in basso? Le radici per aria?”. Era proprio quello che voleva. Non mi restava che spogliare l’abete e, montato su di uno sgabello, fissare alla meglio le radici al soffitto. Quanto alle candele, non avevo avuto nessuna indicazione e Gurdjieff era già uscito dalla stanza. Questa storia lascia perplessi. Si fa presto a dire: «Quest’uomo non fa niente come tutti gli altri. Smettete di interrogarvi su di lui». Io invece gli attribuisco un’intenzione precisa. Ma qual era in questo caso? Chi ha orecchie per intendere, intenda.»
(Da: Monsieur Gurdjieff, ma lei chi è? di Renè Zuber)
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