Quattro chiacchiere – quattro si fa per dire – sull’insicurezza. Che tragedia …! Ovviamente sei uno che già – di per sé – è in qualche modo – non tergiversare – leggermente ansioso. E chi non lo è in questo mondo bislacco e senza senso? Uno che se infrange la routine – nè più nè meno che un farmaco salvavita – si ritrova così spiazzato da sentirsi – lì per lì – quasi perso.
Beh, se ne scrivo significa che sono qui per aiutarti a prenderne atto. Il mio compito è come quello di un angelo, ma senz’ali, di un sant’uomo – o donna, fai un po’ tu –, ma senz’aureola; è come quello di un servo, ma senza padrone; è come la natura selvaggia e incontaminata che l’immaginazione ti suggerisce fantastica, ma che all’atto pratico si rivela come uno spettacolo tra i più pericolosi.
La vedi emergere l’insicurezza? E’ senza fronzoli. Osservala – soffermati un attimo – come quando t’imbatti in una circostanza imprevista. Sorridile, perché alla fin fine è solo l’ennesimo pensiero. La sua natura è quella dei sogni. Lascia che l’insicurezza si dissolva da sé, è un che d’effimero, non ha vita reale. Mentre tu – che sei soprattutto pura coscienza – sorvoli quest’ennesima contingenza col cipiglio e il distacco di un’aquila reale che valuta il mondo – e agisce di conseguenza – come il suo splendido, benedettissimo regno.