La rana zen, l’immancabile cara compagna dei più riposti, ingenui e delicati dei nostri sogni, si trovò per l’ennesima volta in difficoltà.
– “La mia dabbenaggine è cronica”, si disse il giorno in cui non ebbe nemmeno i soldi per pagare le bollette della povera, ma ariosa dimora in cui aveva oramai trascorso almeno un terzo della sua giovane vita. “Sono un’ingenua”, sentenziò. “Ma devo comunque uscirne fuori e solo il mio caro maestro potrà indicarmi la via”. Poi rise: l’ultima volta che l’aveva importunato per questioni analoghe si era beccata una tremenda randellata sul dorso.
La rana zen si presentò titubante al suo cospetto, gli espose i problemi che l’affliggevano e lo vide inspiegabilmente commuoversi. La durezza di quell’uomo era proverbiale. Tuttavia può darsi che stavolta, senza volerlo, avesse centrato uno dei suoi rari punti deboli. Il maestro le offrì di buon grado il suo aiuto, ma pose una condizione.
– “Figliola, cos’è l’indigenza?”
– “E’ mancanza di mezzi!”
– “No, è povertà di spirito. La verità è che ti sei lasciata andare. Non hai reagito anzitempo.”
– “Cosa avrei dovuto fare, maestro? C’è chi ti strattona da una parte, chi dall’altra. Qualcuno vorrebbe reagire con violenza. Le circostanze ci sovrastano.”
– “Sei tu che glielo hai permesso. A che ti serve la meditazione se non ne trai l’energia sufficiente per migliorare il mondo? In realtà è solo una questione di coraggio.”
Già, il coraggio, e voi ce l’avete? Soggiunse infine il blogger … La differenza tra chi ti sottomette e tu che vuoi la libertà di poter vivere una vita dignitosa è solo nel coraggio!