Rivolgere l’attenzione al proprio respiro. Vigilare affinché il suo ritmo si mantenga naturale, spontaneo. Per praticare proficuamente la tecnica non si può, ovviamente, fare affidamento a questi soli versi. Essi rappresentano una sorta d’incipit per agevolare gli individui più sensibili a superare la naturale ritrosia generata dalla freddezza del metodo. Bisognerà, quindi, fare affidamento agli insegnamenti di esperti qualificati.
Quest’ambito consente di trasmettere l’idea della meditazione in modo denso, emblematico e immediato. Non è una questione di fede. Che tu ci creda o no, non fa differenza …
Respiro
La prima condizione,
figlio delle paludi,
è che tu sia ben sveglio.
Ci sono numeri che hanno
la potenza intrinseca
all’evento che deve accadere.
Ma tu, non ci pensare,
a te basta essere attento,
che tu lo voglia o meno
ecco un esempio.
Innanzitutto amico, vuota la mente
da ogni circostanza e gesto,
persino dall’intenzione del momento.
Muoviti all’unisono col tuo respiro.
Non v’è distanza alcuna
che possa mai rivelarsi insuperabile.
Procedi fiducioso senza meta
verso l’effimera eterica fusione.
Quel ponte, ancor che antico,
di più, contiguo, se poi entrambi li congiunge,
mente virtuale e corpo – si – reale,
la sincronia tutt’ora estranea alla coscienza
sarà simbiosi per questa scienza eterna.
Ma tu, uomo mediocre, cosa pretendi?
Sovvertire la natura ai tuoi scopi?
Se di natur può dirsi, oh sapientino,
la sola astuzia – no – da sola non gli serve,
il mondo spinge e tu lo segui sempre.
Quel mondo tutto – che ora vedi nel dolore –,
giacché lo dipingesti con timore,
quando l’effluvio aprirà sulla persona,
la sua perpetua luce e in un sol colpo – come –,
si, lo vedrai sparir dacché illusione.