Primo articolo introduttivo alla raccolta di poesie per meditare.
Scrivere una prefazione? Se fosse stato possibile non avrei nemmeno iniziato. Mi sarei limitato a un foglio bianco. Perché formulare tante opinioni, concetti, quando il nostro intento è andare oltre le singole espressioni per trascendere questo angusto contesto cartaceo? Ma pronunciarsi, comunicare per dialogare, è inevitabile.
Scrivo qualcosa.
Sono poesie d’amore?
Utili a meditare?
Non hanno un senso univoco né,
tanto meno,
alcuno scopo recondito.
Sono ciò che nasce
in modo repentino ed estemporaneo
da un sentimento inespresso
che trova
la propria verità
in se stesso.
Qual’é la differenza tra poesie “su cui” meditare e poesie “per” meditare?
Meditare su un determinato argomento è come riflettere, ponderare. Si tratta di un’attività volitiva e valutativa che rimane confinata in ambito intellettivo. Invece le poesie per meditare sono un artificio per superare il dominio mentale, un espediente per favorire la facoltà intuitiva. Infatti la loro lettura sospinge il raziocinio individuale a rilassarsi per cercarne la chiave di comprensione oltre i limiti angusti degli usuali schemi logici di causa ed effetto.
Le poesie per meditare inducono la mente alla quiete, al silenzio. Il flusso di pensieri dediti a interpretare desiste, recede, rinuncia e lascia spazio e libertà al soggetto, colui che legge, il primo e ultimo testimone di cotanta mirabile meraviglia. Sicché l’universo dei propri sogni sorride. Diventa consapevole del suo ruolo metaforico. Sorride perché sa bene che prima e dietro qualunque rappresentazione immaginifica c’è sempre l’incommensurabile e indefinibile essenza, l’artefice.
Ora sarebbe il caso di cominciare. Ma prima un’ultima considerazione. Perché adoperare la poesia come artificio per meditare, si tratta forse dell’ennesima trovata consumistica? No, infatti la poesia non può essere mercificata. Per quanto si tenti di fissarla sulla carta rimane evanescente. La sua comprensione è soprattutto accettazione e dipende dalla volubilità dei propri stati d’animo. Siamo disposti a osservare l’imponderabile senza pretendere di afferrarlo, senza chiedergli nulla, tanto meno interpretazioni, commenti, delucidazioni, insegnamenti, postille?
Allora lo capiremo. Intuirne l’incongruenza è come riuscire a viverlo. Saremo trasportati sulle ali del non-senso a percorrere o ripercorrere una via che non esiste. La via della poesia verso la scoperta di se stessi. Per veleggiare verso luoghi la cui natura introspettiva è ancora inesplorata e che trascende la frenesia del mondo quotidiano.