Una breve poesia – o “meditazione” in versi? – sulle ombre. Chi è che non ha ombre nella propria vita? Non dico lati oscuri, ma episodi che per qualche motivo preferiremmo senz’altro dimenticare. Vecchi e tristi ricordi che – per quanto si provi a relegarli negli angoli più remoti della propria psiche, in una sorta di limbo dove si spera che prima o poi saranno cancellati dal tempo o dalla noncuranza – ebbene, sopravviveranno sempre. L’unico rimedio è …
Meditare sulle ombre
Le ombre che risplendono
di assurda luce intrinseca
le contempli rapito
senza sapere che siano,
donde provengano, il loro vero scopo.
Mi trovavo nel fitto bosco
di un rigoglioso crinale psichico
quando infine le ho viste.
Erano vive, si muovevano in piena autonomia,
sembrava quasi che mi pedinassero.
Le ombre? Ma dai, son desideri
– vecchie paure, tristi rimorsi, melliflui dubbi, antiche nostalgie –
che si travestono da pastorelli o colombine innocue.
E’ inutile censirle,
quanto più le temi, tanto più si moltiplicano.
Vivono in superficie,
ma se le fissi deciso
– e ogni qualvolta si ripresentino le osservi ancora e ancora con il dovuto distacco –
sì, le vedrai svanir
come nebbia ai primi raggi del sole (al tuo risveglio).