Meditazione è accettare di tutto – purché benefico –, persino l’apparente vuoto che come un cuscino d’aria t’isola, in apparenza, dal resto del mondo. Ma ciò che ti appare come un assurdo respingente, non è, in realtà, che mera dimenticanza. Il film che t’avviluppa tutt’intorno t’induce a credere d’esser, anche tu, in continuo cambiamento. Mentre non t’avvedi che il nucleo, la tua pura e incoercibile essenza, è ciò che di più immobile ed eterno si possa comunque immaginare.
Meditare come la roccia
Anche se la meditazione è tutto ciò che spazia
dall’accettazione alla più tenue levità possibile,
immagina che la tua minuscola bolla animica
si espanda sino a trasformarsi via via
in solida granitica roccia.
Ferma, decisa, incrollabile.
E mentre la tua postura
assume il cipiglio dell’indecifrabile
un’assurda zanzarina da nulla
ti demolisce – come un castello d’orgogliosa sabbia
si dissolve incalzato dai marosi –
lasciando solo l’immensità del vuoto
che si credeva un nulla
mentre era già l’eterno.