Ti sei mai chiesto se conoscere se stessi sia un utopia per saccenti e originali filosofi, oppure una limpida opportunità esistenziale? Conoscere se stessi equivale ad esplorare la tua essenza più intima, l’atman. La via da percorrere, che coincide con quella della meditazione, sembra ardua. Com’è possibile per noi, poveri comuni mortali, osare d’intraprendere un cammino riservato ai più dotti, coraggiosi ed eruditi? In realtà questa via è indicata solo ai più semplici, agli umili, agli innocenti. Se sei ancora abbarbicato al tuo ego, se pensi di realizzarti con le tue sole forze, rinuncia. La volontà è indispensabile, ma solo all’inizio, poi dovrai seguire il tuo cuore …
Atman
Ripeti sommessamente:
“Mi sento in armonia con l’esistenza intera”.
Rilassati, distenditi!
Non sei il tuo corpo
e nemmeno la tua mente.
Sei già congiunto all’esistenza,
chiudi quel circolo virtuale
e apriti alla realtà.
Renditi disponibile all’amore,
dai, ricevi …
Ora sei fluido,
tra qualche attimo, diverso.
Ti muovi, è vero, stai già cambiando,
tuttavia rinuncia a qualunque aspettativa.
Diventa solo … consapevole … di essere
il mutamento medesimo.
Osserva la realtà per ciò che è.
Abbi pazienza, in questo istante
non serve più che tu trattenga.
Sii magnanimo, apri il tuo cuore.
Dov’è il conoscitore?
L’uguale e il disuguale, quanto permane, il centro,
ma anche quel che muta, il corpo, il mondo, la mente,
l’estro che tutto cinge, però con stretta schiusa.
Rivolgiti a ciò ch’è affine, prendine nota
e coglierai d’acchito la situazione eterna di quanto sopravvive.
Atman, l’immutabile essenza cui ti riconduci
in un silente abbraccio senza tempo.
Sicché ti ricongiungi e taci
allegro o grato
guarda la virtù
e offrile i tuoi baci.