Quante volte ci siamo adoperati, nonché talvolta persino sprecati nell’inseguire le più improbabili pratiche meditative! Ve ne elenco qualcuna tra le più ricorrenti: presta attenzione al respiro; osservalo tout court; convergi la consapevolezza tra le sopracciglia, il famigerato terzo occhio; contempla il cielo limpido, sia quello fisico prima, che l’incomparabile cielo interiore poi; presta attenzione alla postura e quindi siedi e senza far nulla; …
… considera i pensieri che come foglie secche o come piume sospinte dal vento caldo delle emozioni si posano e si fermano da sé lasciandoti intravedere … l’essenza dell’invisibile, ciò che di più puro e più sacro possa venir mai concepito; oppure medita camminando, prima il dinamismo consapevole, poi il silenzio. E’ sufficiente?
Ebbene stavolta ti propongo la meditazione qualunque. Ehm, mi sa di bluff! Che sarebbe? Semplice, la stragrande maggioranza degli esercizi meditativi presuppongono quasi sempre attenzione, contemplazione, concentrazione, ma pure ricettività. Al contrario in questa meditazione per inveterati qualunquisti parti dalla constatazione che qualunque cosa tu faccia o non faccia non ti condurrà a un bel nulla se non a un’innumerevole serie d’illusioni e miraggi autoindotti.
Forse che le nubi in cielo non sono già di per sé libere di seguire la corrente? Non si oppongono. Accada quel che accada non rifiutano e non scelgono, non formulano ipotesi, non compilano progetti, non proclamano nessuna verità.