La nostra interconnessione con la rete universale – che ci sovrasta e nel contempo permea – è attiva? Se non lo fosse, con ogni probabilità, non saremmo vivi. La domanda, semmai, è dunque: l’interazione – correlazione – con il network suddetto è idonea?
Oggi, pressoché d’improvviso, mi sono accorto di come la mia rete fosse down. I miei appigli sono solo emotivi. Non contribuisco a nulla se non a giudicare. Di conseguenza non ricevo affatto. Sto lì a pretendere, ma senza donare appieno. Esigo di beneficiare consapevolmente del flusso e riflusso dell’élan eterico – che taluni definiscono prana –, ma non sono centrato a sufficienza per profittarne. Pretendo che la Grazia riversi su di me i frutti dell’autentica Gioia. Pretendo di svettare quando il mio incedere è ancora così casuale che ignoro finanche i più umili passi. Pretendo …
Oggi che la mia rete fisica è down davvero (internet non funziona) ribadisco i miei moventi – una via di mezzo tra poesia e realtà –, cerco un’occasione per smettere di recitare, ossia d’interpretare il ruolo dell’ennesimo soggetto indaffarato che non ha tempo per nessuno, tanto meno sé stesso. Ebbene, ho visto che lo spettatore, l’osservatore neutrale dormiva, ma ora che la verità dei fatti è riemersa con la forza del caso … non mi rimane che … fermarmi a meditare.
La curiosa circostanza appena descritta mi ha aiutato a intuire quanto la maggior parte di noi siamo disconnessi dalla rete di sussistenza globale. I proxy spirituali – che sono all’incirca: eterico, astrale, mentale, cosmico e nirvanico – rispondono sempre alle nostre richieste. Purtroppo, anche se la sintonia è pressoché automatica – a ciascuno il suo –, spesso li ignoriamo. In realtà, per usufruirne, non rimane che raccogliersi e attendere in quiete e vigile attesa. L’accesso alla rete è garantito.