La meditazione è tanto utile quanto appagante. Ma se non sei metodico, non illuderti. Sogni, forse, di navigare su una barchetta inaffondabile e traversare incolume l’oceano della vita come fosse un laghetto dei cigni? No, non vagheggiare… Anche se la meditazione ti accade spontaneamente e il tuo raccoglimento è scandito da propri ritmi, sarai costretto a disciplinarti comunque.
Me la spieghi?
Non so nulla di meditazione. Me la spieghi?
Chi l’avrebbe mai detto? Vivo di spigolature. Mi nutro di occasioni verbali, d’immagini che creano sensazione. Di tanto in tanto m’immergo nella polvere di stelle. Forse non immagini nemmeno che beneficio. Ma puoi farlo solo di notte. Quando tutti dormono e l’illuminazione artificiale che ci circonda è stata spenta, esco fuori e osservo la volta cosmica cosparsa di così tanti puntini da lasciar esterrefatti. Lo spettacolo è di quelli mozzafiato. Per un po’ non reagisco nemmeno: sbigottito, sorpreso, assorto, affascinato. Ed è proprio ciò che in molti chiamano meditazione. Certo, è una meditazione sui generis. L’attenzione è letteralmente rapita dalla straordinarietà di cotanta bellezza. Lo stupore è così intenso che, per qualche minuto lascio che la vita segua il suo corso. In un certo senso mollo la presa. Smetto di trattenere alcunché. Dopo un breve lasso m’avvedo che chiudere gli occhi non fa più differenza. Il dentro e il fuori danzano all’unisono per celebrare l’evento che non c’è.
Fingere
Fingere di descrivere o raccontare. Fingere di commentare, d’interessarsi. Cos’è la realtà se non un mosaico d’incommensurabili respiri che si espande, viepiù, senza alcun limite? La meditazione è come una collezione di farfalle. Dove ne manca una, l’ultima, la più importante. Sennonché l’ultima non esiste. L’ultimo tassello non collima, sino al punto da non saper più come regolarsi. Tanto le farfalle, quanto le tessere del proprio puzzle, sono pensieri. Lascia che esauriscano la loro intrinseca vitalità. Non attaccarti a nulla. E’ possibile vivere un’esistenza volitiva e impegnata senza tuttavia aggrapparsi. Non sottovalutare questo concetto. L’attaccamento è l’ultima farfalla, l’ultima tessera, oltre cui la meditazione diverrà spontanea.
Il segreto
La verità è come una lama di rasoio. Per adoperarlo devi essere abilissimo. Altrimenti corri il rischio di danneggiare inopinatamente chiunque. Per viverla devi conoscerne le qualità più intrinseche. Altrimenti la verità stessa, ti si rivolgerà contro.
Oggi accenneremo al primo segreto della meditazione. In realtà lo conoscono tutti. E in quanto segreto sembra più quello di pulcinella che un vero e proprio arcano risolutore. Sennonché il segreto sta, come al solito, nella sua applicazione e non nella semplice protratta declamazione. Le medicine vanno assunte. Recitare la ricetta che le prescrive è quanto mai inutile. Le istruzioni andranno, semplicemente, eseguite e non contemplate. Interpretarle sarebbe ridicolo.
Qualunque sia il metodo che hai deciso di seguire, ovverosia quello verso cui ti senti attratto, che ti crea sintonia, stai, rimani con ciò che è, sospendi temporaneamente il giudizio. Rimani senza …
Osservando il tuo corpo, il respiro, la mente,
ti ricongiungi a te stesso
e in quel frangente
ridiventi i tantissimi corpi,
ben più di tutti i respiri,
le innumerevoli menti che si fondono
in una sola e incredibile conoscenza.
Epilogo
La via che conduce al silenzio interiore non è mai unidirezionale. I meditanti hanno riferito spesso di aver provato la sensazione che il silenzio fosse disceso su di essi prim’ancora che lo rinvenissero. In realtà l’armonia non ha una collocazione spaziale. L’abside temporale della meditazione non esiste, oppure è un impedimento soggettivo. Quanto tempo è trascorso da quando ci siamo convinti di non essere buoni? Giacché senza provar compassione non riusciremo mai a meditare.