La maggior parte di noi si avvicina alla meditazione nella speranza di riuscire a risolvere i propri problemi esistenziali. Cos’è che accade, ci sono riscontri positivi? Beh, con il senno di poi, ossia a distanza di anni, mi rendo conto che in realtà i cosiddetti problemi non spariscono affatto. Tuttavia, è importante, si ridimensionano, vengono compresi per ciò che sono realmente. La meditazione non ti dona, quindi, nessuna bacchetta magica. Semmai ti aiuta e in modo molto incisivo a diventare via via sempre più consapevole, a non identificarti più come un allocco, chiedo venia, intendevo dire, passivamente. Di tutto ciò e di quant’altro si discetta, come sempre senza eccessive pretese, in questa vecchia pagina …
– Nome: Stefy –
Quesito
Salve. Mi chiamo Stefania … La vita sociale era per me un’ossessione. Ogni secondo della mia vita non facevo che pensare a come comportarmi, quale giudizio la gente avesse sul mio conto. Mi faceva male anche uno sguardo sfuggente, e mi tormentavo per essere accettata da tutti. Mi dicevo che per risolvere i miei problemi dovevo recitare, essere qualcun altro, nascondere le mie debolezze. Ma non ottenevo che risultati ogni volta peggiori.
Così mi sono accorta che oltre a imbruttire dentro, lo facevo anche fuori. Stavo male con me stessa, avevo dei disturbi nel mio rapporto col cibo. Per diventare davvero qualcun altro o comportarmi come volevo mi dicevo che dovevo ripetermi ogni secondo una frase che mi convincesse di chi dovevo essere, fino a che non potevo più fare a meno di farlo.
Quando ho capito che quello che dovevo cercare era solo la pace interiore, visto che mi ero resa conto finalmente del mio vivere male, non riuscivo più a non pensare a questo. E’ come se cercassi per forza qualcosa da pensare ogni secondo della mia vita, quasi come conforto, come un’indicazione per il mio comportamento. Però mi rendo conto che la cosa migliore sarebbe non pensare a niente, ma come raggiungere questa tranquillità mentale che sembrano avere tutti tranne me?
Il problema si sta affievolendo con il mio avvicinamento allo yoga, ma non se n’è del tutto andato. Adesso per esempio mi ripeto “devo essere me stessa”. Ma è sbagliato farlo sempre vero? Non riesco a non pensare ad una frase del genere. E’ come se la mia mente fosse prigioniera. Come posso farlo? Sto usando un libro di Richard Hittleman. Credo che fosse un grande uomo. La mia vita sta cambiando grazie a quel libro, però questo problema non riesco a superarlo. Sicuramente sono meno nervosa di prima, ma perché devo per forza pensare a qualcosa? Come si fa a non pensare a niente? La gente nella vita quotidiana, ha la mente sgombra?
Nel libro ho letto che un tipo di meditazione attiva è quello di distogliere la mente da pensieri vuoti, fantasie sul futuro o ricordi del passato che ci distolgono dalle nostre attività quotidiane. Anche i miei pensieri devono essere distolti? E se sì, come? C’era anche un periodo in cui pensavo sempre a distogliere la mia mente da pensieri, ma in questo modo ci pensavo di più! Cos’è che devo fare quando il mio pensiero va sempre lì?
Risposta
Gent.ma Stefy, hai scritto due mesi fa e come ritardo nella risposta non c’è male. Potrai scusarci?
Ho notato che ti esprimi davvero bene e sei chiarissima. Non solo, ma stai già risolvendo i tuoi piccoli, modesti e temporanei problemi. Innanzitutto continua così, persevera, se necessario chiedi aiuto e apriti con persone meritevoli di fiducia. Non conosco il libro cui accenni. L’esserti avvicinata allo Yoga si rivelerà senz’altro utile. Questo genere di problemi non si risolvono pensando o ripetendosi qualcosa, indipendentemente se sia vero o meno. D’altra parte è assurdo cercare di distogliere la mente. Da che cosa, poi, se la mente siamo noi stessi? Tuttavia esiste una possibilità che richiede un po’ di pazienza, ma è molto semplice e risolutiva. Si tratta di “osservare”. Non appena te ne rammenti comincia ad osservare, il respiro, il tuo corpo fisico, i pensieri, gesti, movenze, sentimenti, risoluzioni, tentennamenti, certezze. Osserva, ma con scioltezza, perché non si tratta di un imperativo, ma della vita medesima che rivela i suoi segreti solo a coloro che, attenti, sanno coglierli. Ciao e auguri.
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– From: Lia –
Subject: articolo “Yoga per la pace”
Quesito 1
Salve, ho letto quanto segue nell’articolo “Yoga per la pace“, ma non ho capito cosa intende il compilatore quando cita: … oppure, ed è lo stesso, non fare nulla, ma ad una condizione, evita di essere ripetitivo.
Quesito 2
Salve, ho ancora un quesito sulla ripetitività. Domando: l’uso di un mantra (nella meditazione), sia cantato che interiorizzato, non è già, di per se stesso, una ripetizione? La calma che ne deriva secondo me è importante e anche se giustamente come lei suggerisce non bisogna aspettarsi una qualche grazia, a causa del fatto stesso di non essere condizionati per quanto possibile dalla mente, nel quotidiano trasmettiamo, anche senza le parole, quello che siamo realmente dentro. Non trova? Quali potrebbero essere altre tecniche da adottare? Grazie e a presto, Lia.
Risposta
Lia, ti ringrazio tantissimo perché mi hai fatto notare una svista del webmaster. Aveva omesso di completare la frase su cui hai chiesto delucidazioni:
“Per quanto non sia indispensabile adotta una tecnica. Oppure, ed è lo stesso, non fare nulla, ma ad una condizione, evita di essere ripetitivo, non agire meccanicamente, sii presente a te stesso come a tutte le tue azioni“.
Per quanto riguarda un eventuale mantra sarà indispensabile che tu lo pronunci con grande attenzione, scandendo sillaba per sillaba, consapevolmente, senza addormentarti. Non confondere l’assopimento o la sonnolenza con l’assorbimento, l’interiorizzazione della mente, la calma. Dapprincipio sembrano uguali.
La posizione da assumere dovrà essere anatomicamente corretta. Siedi con la schiena ben dritta. Tuttavia non è ancora sufficiente, rammenta la presenza di spirito. In pratica dovrai essere, nel contempo, consapevole di te stessa.
Noi siamo anche e soprattutto la nostra interiorità, non ci sono dubbi, direi che è splendido. E lo trasmettiamo volenti o nolenti a tutti coloro che avviciniamo. Che c’è di male? Le reazioni degli altri nei nostri confronti sono come uno specchio che riflette la nostra effettiva realtà. Per questo è negativo isolarsi. Bisogna vivere la propria vita sociale al meglio, cercando sempre un equilibrio tra il lavoro, gli altrettanto indispensabili impegni frivoli, e la ricerca spirituale, condotta con metodi adeguati e che ha come risultato indiretto l’esplorazione della propria intimità.
Le tecniche di meditazione sono tantissime, se lo credi opportuno segui le tue preferenze. Mi sembra, comunque, che tu abbia già un po’ di esperienza.