Proseguo nella pubblicazione di alcuni quesiti e relative risposte sulla meditazione già presentati a suo tempo nelle prime pagine del sito. Argomenti del genere possono pur sempre rivelarsi d’aiuto.
From: Luca
Quesito
Mi sto riavvicinando ora alla meditazione, non è semplice, cerco di praticarla due volte al giorno, al mattino appena sveglio e alla sera prima di coricarmi.
Vorrei dei consigli su come condurre il respiro e soprattutto cosa pensare, al massimo sono riuscito a meditare per 10 minuti consecutivi, ma questa volta non voglio demordere.
In questo lasso di tempo immagino che dai miei piedi escano delle radici rosse che si dirigono verso il centro della terra da dove estraggo energia rossa e da una luce, proveniente dal cielo, azzurra; queste due energie incontrandosi dentro di me producono un energia di color oro ed il mio corpo è circondato da un alone blu. Questa situazione, se non fossi continuamente distratto da pruriti, dolori alla schiena, pensieri, ecc, mi porterebbe anche al benessere, solo che non riesco, come ho detto prima, a rimanere lì per più di 10 minuti.
Penso di avere bisogno di una guida, di qualcuno che mi dia delle dritte e per questo che mi rivolgo a voi. Certo di una vostra risposta in merito vi porgo i più cordiali saluti. Pace e serenità. Luca.
Risposta
Gent.mo Luca, non immaginare un bel niente, altrimenti non è meditazione. La descrizione della tecnica base la trovi nel sito come in mille altri libri. Noi cerchiamo di essere sinceri perché non abbiamo interessi secondari. Lascia perdere le radici e il resto. Tuttavia, siccome hai una fervida e fertile immaginazione, ti suggerisco, ma solo a titolo esemplificativo, un esercizio che andrebbe praticato indipendentemente, cioè in un momento diverso, dall’osservazione del flusso spontaneo del respiro: cerca di immaginare la luce lasciando da parte, temporaneamente, ogni oggetto. Mi spiego meglio: cerca di percepire la luce nella sua purezza e non quella riflessa dagli oggetti che essa illumina. Sarebbe utile eseguire la meditazione con la luce per pochi minuti al mattino e la consapevolezza del respiro per un lasso di tempo minimo tale da non procurare fastidio o sopportazione ogni sera. Adotta una posizione consona, in ogni caso mai supina. Devi star seduto. Chiaro? Frequenta un corso di Hata Yoga, serio e riconosciuto. Se ti va leggi qualche buon libro sul buddismo.
* * *
From: Rosario
Quesito
Sono molto riconoscente per il Vostro magnifico lavoro. Desidero sapere se vi siano rischi nell’eseguire la meditazione. Un gioioso saluto a tutti.
Risposta
Ciao Rosario, come posso dirti che nella meditazione non esistono rischi? Da parte mia sarebbe una leggerezza. Nella vita non vi è nulla esente da rischi. D’altra parte anche la preghiera, se recitata con cura e interesse e non passivamente o istintivamente, ma consapevolmente, prestando attenzione solerte ad ogni singolo pronunciamento come alle pause naturali che intercorrono naturalmente nel nostro umile ma non passivo interloquire, anche la preghiera, dicevo, può esser considerata come un’applicazione meditativa. Lo stesso avviene con la ripetizione dei mantra o l’osservazione del flusso spontaneo del respiro. Meditazione è un concetto molto ampio, per questo sostengo che il suo primo fattore è l’attenzione. Naturalmente, se dopo aver pregato o eseguito il proprio esercizio non ci fermassimo, in modo spontaneo, come conseguenza dell’esercizio stesso, o volontario, come scelta deliberata, per alcuni minuti di relax, non riusciremmo a beneficiare pienamente della nostra, pur modesta, applicazione iniziale. Se hai dei dubbi ti suggerisco d’iniziare con un corso di Hata Yoga.
* * *
From: Maurizio
Quesito
Continuo a vivere pensando di aver fatto tutto ciò che mi era possibile fare, ma senza aver fatto ciò che realmente dovevo fare; come se stessi mancando la mia missione. Ho paura di limitarmi a “trascorrere” il tempo concessomi, senza utilizzarlo per ciò che devo compiere. Se solo riuscissi a fermarmi e … riconsiderare tutto; ma la mente lavora … lavora … e va per i fatti suoi. Maurizio.
Risposta
Maurizio, ti prego di considerare la mia risposta secondo una prospettiva spirituale e non psicologica. Nessuno di noi ha una missione oppure un limite di tempo massimo trascorso il quale non riuscirà a realizzare le proprie ambizioni. Quindi non puoi fallire, tutt’altro. In realtà il “gioco della vita” consiste nell’impegno di raggiungere la meta e non nella sua conquista definitiva. La tua mente sei tu e non un’entità diversa o ipotetica. Se la mente corre sei tu che corri. La mente non potrà mai fermarsi se anche tu, di tanto in tanto, non ti concedi una breve pausa, un momento di vero relax. Non una riflessione ulteriore, ma qualche istante di silenzio meditativo.