Nel centro vitale della ricerca spirituale, si erge con maestosità il Rāja Yoga, una disciplina dell’anima che ci invita a esplorare profondamente la mente e a scoprire i mondi al di là dei sensi. Queste pagine, frutto delle lezioni di Svāmi Vivekānanda, svelano la via verso l’unione con l’Assoluto, attraverso la concentrazione e la meditazione. Il percorso è disseminato di pratiche rigorose, che richiedono abbandono del piacere terreno, desiderio ardente di conoscenza e una dedizione incondizionata alla Verità. In quest’opera, l’allievo è chiamato a superare i confini della coscienza ordinaria, per abbracciare un’esistenza in cui la mente diviene strumento di liberazione e la realtà materiale si trasforma in serva dello spirito. Con ogni passo, si dischiudono nuovi orizzonti di saggezza, fino al culmine dell’illuminazione, dove l’uomo e Dio si rivelano un’unica, indissolubile essenza.
«Queste pagine contengono degli appunti raccolti durante delle lezioni di Svāmi Vivekānanda a pochi intimi, tenute a casa della Signora Sara C. Bull, una devota discepola americana, che li fece stampare nel 1913, in un numero limitato di copie per uso privato. Il Rāja Yoga è una scienza, come qualsiasi altra scienza. Consiste in una analisi della mente, che coglie i fatti del mondo sovrasensibile e così definisce il mondo spirituale. Tutti i grandi maestri spirituali del mondo hanno detto: «Vedo e conosco». Gesù, Paolo e Pietro affermavano di percepire realmente le verità spirituali insegnate. Questa percezione si raggiunge con lo Yoga. Né la memoria, né la coscienza possono essere il limite dell’esistenza. Esiste uno stato super-cosciente; sia questo che lo stato non cosciente sono entrambi privi di sensazioni, ma vi è una sostanziale differenza tra di loro: la differenza che intercorre tra la conoscenza e l’ignoranza. Lo Yoga qui presentato, in quanto scienza, è un appello alla ragione. La concentrazione della mente è la fonte di ogni conoscenza. Lo Yoga ci insegna a rendere la materia nostra schiava, come infatti dovrebbe essere. Yoga significa giogo, congiungere, e cioè unire l’anima dell’uomo all’anima suprema di Dio. La mente agisce all’interno della coscienza e sotto di essa. Ciò che noi chiamiamo coscienza è solo un anello di quell’infinita catena che è la nostra natura.
Il Rāja Yoga codificato da Patañjali nello Yogasūtra non è l’Haṭha Yoga.
Questo nostro “io” occupa appena un ristretto spazio cosciente ed una vasta estensione d’inconscio; nello stesso momento, al di sopra dell’io si trova il piano super-cosciente, di cui l’io è quasi del tutto ignaro. Attraverso una pratica assidua la mente si apre dinanzi a noi strato dopo strato, rivelandoci man mano nuove verità. Vediamo nuovi mondi crearsi davanti a noi, e nuovi poteri vengono deposti nelle nostre mani, ma non dobbiamo fermarci lungo la via, né lasciarci abbagliare da queste “perle di vetro”, dal momento che una miniera di diamanti giace dinanzi a noi. Dio solo è la nostra meta; se non riusciamo a giungere fino a Dio, moriamo.
L’allievo che desidera riuscire ha bisogno di tre cose: Primo. Abbandonare qualsiasi idea di piacere in questo mondo e nell’altro, avere a cuore solo Dio e la Verità. Secondo. Un intenso e struggente desiderio di conoscere la verità e Dio. Desideratelo ardentemente, come desidera l’aria un uomo che sta annegando. Terzo. Le sei pratiche:
1. Trattenere la mente, senza vagare all’esterno.
2. Rivolgere la mente interiormente, fissandola su un unico pensiero.
3. Sopportare tutto senza lamentarsi.
4. Desiderare solo Dio, non vogliate null’altro; non lasciate che l’apparenza vi inganni ancora. Abbandonate tutto e cercate solo Dio.
5. Afferrate mentalmente un oggetto di meditazione, tenendolo davanti a voi e meditate su di esso; non lasciatevelo sfuggire. Non badate al tempo che vi occorrerà: è nostro dovere conoscere la verità, non il piacere. Lasciate il piacere agli ignoranti che ne godono in un modo che non ci è consentito. L’uomo è un essere pensante, e deve pertanto continuare a lottare finché non sconfiggerà la morte, finché non vedrà la luce. Non deve esaurirsi in un parlare vano che non porta alcun frutto. Venerare la società e l’opinione pubblica è idolatria. L’anima non possiede né sesso, né patria, né luogo, né durata.
6. Pensate costantemente alla vostra vera natura; sbarazzatevi della superstizione. Non ipnotizzate voi stessi con la convinzione di essere inferiori, ma giorno e notte ripetete in cuor vostro ciò che veramente siete, fino a che comprenderete (e realizzerete effettivamente) la vostra unità con Dio.
Non si può ottenere alcun risultato senza queste discipline. Possiamo avere coscienza dell’assoluto, ma non possiamo esprimerlo: non appena tentiamo di esprimerlo, lo delimitiamo ed esso cessa d’essere assoluto. Dobbiamo spingerci oltre il limite dei sensi e trascendere anche la ragione, ed abbiamo il potere di farlo. Dopo aver messo in pratica la prima lezione di respirazione per una settimana, l’allievo farà un resoconto al maestro.»
– Swami Vivekananda (amazon)
– Swami Vivekananda (macrolibrarsi)
– Vivekananda – Wikipedia