Una delle più impensabili pratiche di meditazione, quella che non ti attenderesti mai d’incontrare, che non credevi nemmeno possibile, un esercizio tanto semplice quanto inimmaginabile… E a chi, se non all’insuperabile – quanto umile – Thich Nhat Hanh poteva venire mai in mente di riproporlo? Stiamo parlando, chiedo venia per l’enfasi, di apranita. ossia dell’assenza di scopo. Una sola precisazione preliminare, direi persino doverosa: non confondere la mancanza di obiettivi con l’assenza di volontà. Finanche in ciò, ossia nell’agire senza fini secondari che non siano ciò che si sta – per l’appunto – compiendo, è indispensabile una certa dose di determinazione. L’accento è posto, quindi, sempre sul qui e ora. La meta finale, per quanto importante, lascia il tempo che trova…
«L’assenza di scopo, apranita, è una delle “tre concentrazioni”, o samadhi, mezzi abili che ci aiutano a raggiungere la verità. Se non abbiamo preoccupazioni o ansie siamo liberi di goderci ogni attimo della nostra vita: senza tentare, senza fare grandi sforzi, semplicemente esistendo: che gioia! Questo sembra contraddire la nostra usuale modalità operativa: ce la mettiamo tutta per raggiungere la felicità, lottiamo per raggiungere la pace.
Forse però i veri ostacoli che impediscono di raggiungere la felicità e di promuovere la pace sono proprio i nostri sforzi, le nostre lotte, le nostre attività finalizzate. L’abbiamo provato tutti: cerchiamo una risposta e poi quando ci rilassiamo completamente ecco che la risposta arriva da sola. Quella è “assenza di scopo”. Siamo felici di respirare, beviamo il tè, sorridiamo in presenza mentale, camminiamo in consapevolezza, ed ecco che le intuizioni profonde arrivano, la comprensione si mostra spontaneamente.
L’assenza di scopo è una pratica meravigliosa. È così piacevole, così rasserenante! Sono convinto che gli scienziati abbiano bisogno di questa pratica almeno quanto i meditanti, per sbloccare la mente, per potersi aprire a possibilità che si trovano completamente al di fuori della loro immaginazione. Molte scoperte scientifiche sono nate proprio sul terreno dell’assenza di scopo, perché quando non ci si fissa sulla meta finale si hanno più opportunità di arrivare ad una intuizione profonda nuova e inattesa.»
(Da: Thich Nhat Hanh, Camminando con il Buddha)
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– Thich Nhat Hanh (macrolibrarsi)
– Thich Nhat Hanh su wikipedia
– EsserePace.org – Thich Nhat Hanh