Quand’é che un illustre maestro di saggezza del passato come il Buddha storico Gautama Siddharta formulò i pensieri che ci furono poi tramandati come “quattro nobili verità”, prima o dopo il suo apprendistato di meditazione? Ovviamente dopo, cioè in seguito al suo tirocinio introspettivo. Tuttavia gran parte dei suoi attuali seguaci o simpatizzanti – dir si voglia –, tendono a dimenticarlo confondendo, di conseguenza, la prassi spirituale con una sorta d’ispirazione moraleggiante. Eppure sarebbe una domanda fondamentale per non travisare le sue deduzioni con vere e proprie istruzioni! Leggiamo comunque come illustrò brevemente le “quattro nobili verità” S.S. il Dalai lama Tenzin Giatso …
«Il Buddha sorse dalla meditazione duemilacinquecento anni fa dopo aver raggiunto l’illuminazione.
Il soggetto del suo primo insegnamento furono le Quattro Nobili Verità.
La Prima Nobile Verità fu la verità della sofferenza, il fatto che la nostra felicità costantemente trapassi.
Tutto ciò che abbiamo è soggetto a impermanenza. Nulla di ciò che comunemente pensiamo come reale è permanente. L’ignoranza, l’attaccamento e l’ira sono le cause del nostro incessante soffrire.
La Seconda Nobile Verità è quindi comprendere questa causa di sofferenza.
Quando si elimina la radice della sofferenza (le illusioni), si raggiunge uno stato di cessazione della sofferenza – la Terza Nobile Verità, o nirvana.
La Quarta Nobile Verità è che esiste un sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza.
Per poter raggiungere tale stato entro la propria mente, si deve seguire un sentiero.
È solo quando comprendiamo la legge del karma, o causa ed effetto, che siamo ispirati ad affrontare il sentiero che pone fine alla sofferenza.
Pensieri e azioni negativi producono risultati e condizioni negativi, così come pensieri e azioni positivi producono risultati e condizioni positivi.
Quando avremo sviluppato una profonda convinzione nella legge di causa ed effetto, saremo capaci di percepire le cause e le condizioni delle nostre proprie sofferenze.
La nostra felicità o infelicità presente non è nient’altro che il risultato delle nostre azioni precedenti.
Le sofferenze sono di per sé così evidenti che è la nostra esperienza stessa a testimoniarne l’esistenza.
Comprenderemo quindi con chiarezza che se non desideriamo la sofferenza, dovremmo sforzarci di sradicarne le cause adesso.
Attraverso la comprensione della sofferenza e delle sue origini possiamo percepire la possibilità di eliminare l’ignoranza, che è la causa principale della sofferenza, e possiamo concepire uno stato di cessazione, una totale cessazione di tale ignoranza e delle illusioni da essa indotte.
Quando la nostra comprensione della cessazione sarà perfetta, si svilupperà un desiderio forte e spontaneo di raggiungere un simile stato.
E sarà comprensione così profonda da scuoterci in tutto il nostro essere e indurre in noi un desiderio spontaneo di ottenerla.
Una volta che si è sviluppato in noi il desiderio spontaneo di raggiungere la cessazione, si svilupperà anche un immenso apprezzamento per gli esseri che nella loro mente l’hanno realizzata.
Il riconoscimento delle qualità raggiunte dal Buddha diviene potente.
I benefici e la bellezza dei suoi insegnamenti divengono chiari.»
– Dalai Lama (amazon)
– Il Dalai Lama (macrolibrarsi)
– https://it.wikipedia.org/wiki/Dalai_Lama
– Frasi celebri del Dalai Lama