Riepilogo introduttivo: il documento è un estratto che riporta le interviste di Sai Baba, un maestro spirituale indiano, fatte da Hislop e altri ospiti. Sai Baba parla della meditazione come il modo migliore per avvicinarsi a Dio e controllare i sensi. Afferma che la mente non ha esistenza propria, ma è il riflesso dell’Atma, la Divina Essenza che risplende nel cuore. Il maestro critica i falsi insegnanti, quelli che si propongono come guide senza aver conseguito una vera esperienza spirituale. Sostiene che il vero maestro vive la sua filosofia e mostra con l’esempio il suo messaggio. Sai Baba consiglia di meditare al mattino presto, nello stesso luogo e alla stessa ora, e di ricordare sempre Dio in ogni pensiero, respiro, amore e azione. Dice che la meditazione è una continua ricerca interiore e l’assorbimento nell’unico pensiero di Dio.
Dhyana – La meditazione, negli Insegnamenti di Sri Sathya Sai Baba
In conversazione col Bhagavan
Mai come nelle conversazioni dirette e personali Sai Baba rivela, con stupefacenti particolari, i problemi che un cercatore incontra durante il suo percorso. Nel leggere queste interviste, tratte qua e là da quelle raccolte e redatte da Hislop, ognuno di noi può cogliere la risposta alla domanda che avrebbe voluto fare a Svami. II Divino Maestro non economizza le Sue esortazioni e al fortunato lettore parrà di avere continuamente al suo fianco il guru che ha sempre sospirato d’avere.
Hislop – Che medicina mi consiglia il Medico Supremo dello spirito?
Sai – La meditazione. La prima cosa che acquisirai nella meditazione è il controllo dei sensi. Lo yoga sarà di sostegno al tuo corpo. Quando la mente è stabile, giunge automaticamente la concentrazione e, in questa concentrazione, la tua mente sarà in pace.
(CB 32)
Esiste l’Atma, non la mente
Hislop – L’automobile su cui ci troviamo ha delle caratteristiche naturali, che oltrepassano le connotazioni di bene e di male. Se si muove, acquista velocità e moto. Analogamente, quali sono i poteri naturali della mente?
Sai – La mente non ha alcun potere. L’unico potere che ha è l’Atma Shakti, ossia il potere dell’Atma, o Essenza Divina. In realtà, la mente non ha esistenza. Non c’è. La luna riceve luce dal sole. Ciò che noi vediamo è il riflesso del sole. Quanto viene scambiato per mente è la luce riflessa dell’Atma, il Supremo Sé che risplende nel cuore. In verità, c’è solo il cuore. Si considera mente la luce riflessa, ma non è che un concetto, un modo di vedere. Esistono solo il sole e la luna. (Un riflesso non è un terzo oggetto). In altri termini, la mente non può essere paragonata ad un’auto. Una macchina ha una forma, mentre la mente non ha forma, in quanto non ha una sua propria esistenza. Si può dire che la mente sia un tessuto di desideri. L’Atma, la Divina Essenza irradia la Sua Luce sul cuore, sia esso puro o impuro. Un cuore pu- rificato e il desiderio focalizzato unicamente su Dio è ciò che di meglio possa esserci.
Hislop – La mia mente e la mia intelligenza, in questo momento, sono in azione, indipendentemente dalle sue qualità fini o rozze. Baba dice che l’unico potere è quello dell’Atma. Ma allora, perché non vedo l’Atma, quello stesso Atma che in questo preciso momento è all’opera servendosi del complesso mente-intelligenza?
Sai – Si potrà vedere l’Atma in tutta la Sua purezza quando, per mezzo della pratica spirituale (Sadhana), saranno rimossi gli ostacoli che impediscono una chiara visione. La vera disciplina non consiste solamente nel sedersi in meditazione. La meditazione è una costante indagine interiore: Chi sono io? che c’è di amabile in me? Che c’è di aspro? La meditazione consiste nel riflettere sui principi spirituali e nel cercare di mettere in pratica gli insegnamenti di Baba.
(CB 68-69)
Quanto tempo meditare?
Hislop – Nel sistema di Buddha, teso al rallentamento dell’attività mentale, si dedicava particolare attenzione al “burma”. Svami, tu devi avere un modo migliore.
Sai – Il sistema di Buddha, consistente nell’osservazione del respiro che entra ed esce dalle narici, rappresenta solo una fase iniziale di alcuni minuti, allo scopo di preparare la meditazione. Non esiste modo migliore per calmare la mente. C’è un solo modo. Sedendosi in meditazione, spesso ci si chiede: “Quanto tempo dovrà durare?”. Ma non c’è risposta. Non c’è una durata particolare. In realtà, la meditazione è un processo che si protrae per tutta la giornata. Il sole splende e la sua luce cade qua e là. Qual è la differenza fra il sole e la sua luce?
Hislop – Nessuna.
Sai – Allo stesso modo, tutto è Dio: pensieri, desideri, tutto è Dio. Ogni pensiero va visto come Dio.
Hislop – Però, Svami, rimane ancora il difficile problema di come rallentare l’attività della mente.
Sai – In verità, la mente non esiste. Il problema è in ciò che si desidera. Quando l’unico desiderio è incentrato su Dio, andrà tutto bene.
Hislop – Ma, durante la meditazione, la mente viene attraversata da una folla di pensieri e di idee. Non si rende necessario acquietarla, affinché ci possa essere tranquillità nella meditazione?
Sai – Sì. La mente va tenuta a freno. Ad un certo stadio si fermerà. Se i desideri che si presentano durante la meditazione vengono orientati all’unione con Dio, la mente subirà uno spontaneo rallentamento. Non ci sono metodi particolari da usare; nessuna coercizione. Il desiderio non dovrebbe essere troppo intenso, o esagerato.
(CB 77)
Domare la mente: ecco il problema!
Hislop – Nell’impegno di questa disciplina, perché non è possibile fin dal primo inizio adottare il Signore come Maestro e abbandonarGli la propria vita?
Sai – (continuando a ridere) Non è così facile! È difficilissimo. Innanzitutto bisogna ammansire la mente. È proprio come un elefante selvaggio nella foresta. Bisogna catturarla e addomesticarla. Una volta soggiogata e domata, la mente è come un elefante da circo, che può essere indotto da un ragazzino a stare su un piccolo sgabello. E questo è il risultato di allenamento e pratica.
Ospite – Mi pare assai difficoltoso allenare la mente. Perché non intraprendere il sentiero dell’amore?
Sai – Anche amare non è facile. Nel mondo ci può essere un eccesso di amore, che genera azioni squilibrate. Ma, mentre per il Divino l’amore non ha limiti e non corre pericoli, per il mondo dovrebbe essere limitato. L’ignoranza non è così pericolosa come l’equivoco. In America il cinema è considerato una fortuna, mentre in India corrompe e distrugge il rispetto per la femminilità.
I “Maestri” di Meditazione
Ospite – Che dire dei guru americani?
Sai – C’è gente che viene dall’America, apprende uno yoga, torna in America, fonda un’associazione, un “istituto Yoga” e vi si mette a capo. Costoro hanno letto qualche libro e poi offrono una risposta a tutti i problemi. Il vero capo spirituale mette in pratica e vive la sua filosofia, in modo che la gente guardi a lui e scorga nella sua vita il suo messaggio.
Hislop – Come dovremmo considerare questa moltitudine di guru che ci sono un po’ per tutto il mondo? Per alcuni di loro, che sembrano svolgere un’ottima opera, Svami non ha parole di incoraggiamento. Essi parlano molto bene del Divino e raccolgono molti discepoli.
Sai – Il miglior comportamento è quello della persona che ammette di non conoscere Dio e che suggerisce a coloro che lo seguono di condurre insieme la ricerca e di praticare la disciplina spirituale. Ma costoro non fanno così. Il loro metodo consiste nel raccogliere qua e là qualche risposta e riportare delle nozioni come un registratore, arrogandosi della saggezza. Persone simili hanno a casa propria un figlio su cui non esercitano alcuna autorità o influenza; non sanno guidare la propria famiglia, ma si propongono a guida degli altri. È ridicolo.
Hislop – Altro tipo di guru è quello indiano che va in America. L’esempio più clamoroso proviene da un uomo noto a livello internazionale e che ha anche qualche milione di seguaci. Per mezzo di lui molta gente si interessa all’India, apprende la meditazione, e ci sono migliaia di ricerche sui benèfici effetti nella vita dei seguaci. Non è forse un guru di un certo valore questo?
Sai – Un milione di persone in meditazione a gambe incrociate: nessuno ottiene la liberazione dalla schiavitù. A che serve tutto ciò? Se almeno il guru ottenesse la liberazione, ne varrebbe la pena. Ma non accade nemmeno questo. E il più piccolo errore che venisse compiuto provocherebbe un gran danno. Tutto ciò è una trappola che corrompe sia il guru che il discepolo. Gli apparenti benefici sono soltanto momentanei, non permanenti. Tu hai avuto una considerevole e autentica esperienza. Vuoi essere un guru?…
(CB 162-163)
Quando e quante volte meditare
Ospite – Che fare per avere abbastanza fiducia nella meditazione? Manca il tempo.
Sai – Non è vero! C’è sempre abbastanza tempo per conversare, per andare a cinema, ecc. Sicuramente c’è il tempo anche per meditare.
Ospite – Dopo la meditazione si ha una sensazione di forza. Da dove proviene quell’energia e in che relazione sta con la meditazione?
Sai – L’energia viene da Dio. La relazione fra Dio e il devoto è amore ed è praticamente impossibile esserne coscienti. Dio è più sottile del sottile e il rapporto che si ha con Lui è della stessa natura sottile.
Ospite – Svami, hai detto che è meglio meditare due volte al giorno?
Sai – La cosa migliore è meditare al mattino presto. La mente è quieta e non ci sono preoccupazioni che premono.
Hislop – È giusto meditare di tanto in tanto lungo il giorno?
Sai – Durante il giorno ci sono delle difficoltà. C’è gente in giro e c’è il lavoro. Se ci si dedicasse alla meditazione, si comprometterebbe il lavoro.
Concentrazione, Contemplazione e Meditazione
Ospite – Che cos’è la meditazione?
Sai – È vera meditazione l’essere assorti nell’unico pensiero di Dio, come unico fine. Dio solo, solo Dio. Pensate a Dio, respirate Dio, amate Dio, vivete Dio.
Ospite – Che cosa si può dire della concentrazione?
Sai – Concentrazione significa che tutti i sensi e i desideri spariscono e c’è solo Dio. La concentrazione di Paramahansa Ramakrishna fu così naturalmente intensa che, meditando su Hanuman, si vide crescere una specie di coda di scimmia. II suo corpo era come una bolla iridescente di sapone, tanto forte era la sua concentrazione. Lo specifico lavoro della concentrazione non necessariamente è un avvio alla meditazione. Ogni volta che nell’azione vengono interessati la mente, l’intelletto ed i sensi, è in atto la concentrazione, senza la quale non potreste nemmeno camminare. Non ha bisogno di un particolare esercizio. Essa sottosta ai sensi, mentre la meditazione sovrasta l’attività sensoriale. Tra concentrazione e meditazione, a guisa di confine fra le due, sta la contemplazione. Dalla concentrazione si passa alla contemplazione ed infine alla meditazione. Finché uno pensa “Sto meditando”, c’è attività mentale e non meditazione. Finché si è coscienti di meditare, non si medita. Assorti in Dio, si accantona ogni forma e ci si fonde in Lui. In quel processo, I’attività mentale cessa spontaneamente.
Ospite – Baba dice di scartare ogni forma nella meditazione, ma noi adoriamo la forma di Swami.
Sai – Giustissimo. Ma, quando ci si avvicina a Baba, ha termine la visualizzazione. In questo momento, stai guardando Baba faccia a faccia. Lo stai forse ancora visualizzando?
“Chi sono io?”
Ospite – Che dovrei fare? La mia meditazione consiste nel chiedermi “Chi sono io?”.
Sai – L’indagine di Ramana Maharshi non basta da sola. Deve combinarsi con la meditazione, che, per essere ben praticata, deve avvenire nello stesso luogo e alla medesima ora. In questo modo darà sicuramente dei risultati. Se si viaggia, o si è assenti da casa, non ha importanza dove ci si trova: basta recarsi mentalmente nel solito posto. Per la ricerca della Verità un luogo vale l’altro: la Verità è dovunque, sempre. Essa va vissuta, non ricercata. “So-ham” (Chi sono io?) è il pianto del neonato. Dopo un’intera vita nella disciplina spirituale, il vecchio dice “Soham” (Io sono Dio). Quando si è lontani da Swami, basta ricordarLo mentre fa questo, o quello e la batteria “si ricari-ca”. Anche questa è autentica meditazione. La meditazione è la continua ri-cerca interiore: chi sono io? – che cos’è la Verità? – che cos’è l’attività dell’ego? – che cosa è amabile e che cosa non lo è? È meditazione pensare ai principi spirituali, cercando di scoprire il modo di applicarli alla propria vita secondo quanto Baba insegna.
Le discipline dello Yoga
Hislop – Svami attribuisce valore al Pranayama (controllo del respiro, NdR) e al Pratyahara (ritiro dei sensi dagli oggetti, NdR).
Sai – Prima viene il controllo dei sensi esterni, poi quello dei sensi interni; poi un senso di equilibrio con dei limiti alla libertà, in quanto la libertà pone fine alla saggezza. Quindi, vengono il Pranayama e il Pratyahara.
Hislop – Ad ogni modo, Svami li apprezza entrambi. Come dovrebbero comportarsi i devoti a questo proposito?
Sai – Tutte queste pratiche, quali lo “Hatha Yoga” e così via, sono come esami. Voi studiate, passate l’esame e vi sentite fiduciosi e fieri. È come andare al college: vi sono otto livelli di base e, lavorando, li superate uno per uno. Ma essi sono necessari solo se si va a scuola. A coloro che si sono completamente abbandonati a Dio e il cui cuore è pieno di divino amore, non servono questi “corsi”, non hanno alcun senso e sono assolutamente inutili.
(Da: Dhyana, La meditazione, negli insegnamenti di Sri Satya Sai Baba)
– Sai Baba (Sathya Sai Baba) – (macrolibrarsi)
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– Sathya Sai Baba – Wikipedia
Per il momento non aggiungo nessuna specifica considerazione, tranne l’invito a riflettere e valutare sempre e comunque per il meglio.