Immagina un giardino. Ogni fiore è unico, con le sue esigenze e la sua bellezza. Così sono le persone: diverse, ma tutte bisognose di nutrimento. Il testo che ti proponiamo è un invito a coltivare l’amore attraverso un linguaggio gentile e premuroso. Come annaffiare un fiore, le nostre parole di apprezzamento possono dare vita e gioia a chi ci circonda. Ma cosa succede quando, involontariamente, feriamo qualcuno? Thich Nhat Hanh ci rammenta l’importanza del perdono, un atto di guarigione sia per chi lo riceve, sia per chi lo offre. Attraverso i suoi insegnamenti, il nostro caro e indimenticabile maestro zen, nonché autore spirituale di fama mondiale, ci istruisce sull’arte di comunicare con il cuore, di ascoltare profondamente e di offrire comprensione e perdono incondizionati. Queste note sono un tesoro per chi cerca la meditazione, la consapevolezza, l’armonia nelle relazioni e la crescita soggettiva. Un invito a trasformare ogni giorno in un’opportunità per amare e comprendere, perdonare e crescere.
Comprensione e perdono.
“Siamo tutti fiori nel giardino dell’umanità, e i fiori hanno bisogno di acqua per poter stare in piedi e fiorire. Le nostre parole di apprezzamento reciproco possono essere come l’acqua. Non tutti i fiori sono uguali. Alcuni hanno bisogno di più acqua di altri, ma tutti hanno bisogno di acqua.
Ogni volta che qualcuno fa qualcosa per renderci felici, possiamo fargli sapere che ci ha reso felici. In alcuni casi possiamo dire: “Mi ha reso molto felice”. Ad alcuni fiori piace essere annaffiati a distanza. Non amano che l’acqua venga versata direttamente sulle foglie ma sul terreno sopra le radici. Quando innaffiamo il fiore di certe persone, dobbiamo farlo in un modo che non sia troppo diretto e non le faccia sentire in imbarazzo: “Apprezzo avere qualcuno qui intorno che sa cantare”, potrebbe essere più appropriato di dicendo: “Che bella voce che hai”. Tutto dipende dalla persona. Non parliamo allo stesso modo a ogni persona perché ognuno è diverso.
La capacità di chiedere scusa sinceramente ed esprimere rammarico per le cose non abili che diciamo o facciamo può alleviare una grande quantità di sofferenza nell’altra persona. Una volta che ci rendiamo conto che potremmo aver detto o fatto qualcosa per far soffrire un altro, dovremmo trovare un modo per scusarci il prima possibile.
Quando esprimiamo rammarico lo facciamo incondizionatamente. Non abbiamo bisogno di trovare scuse per aver commesso l’errore. Possiamo dire: “Non ero consapevole in quel momento. So che quel tipo di linguaggio può essere offensivo. Ti prego, perdonami. Non voglio dire cose del genere in futuro”. Non ci scusiamo per il gusto di ricevere scuse reciproche dall’altra persona. Quando qualcun altro ci offre delle scuse, le accettiamo sempre e offriamo comprensione e perdono in cambio.”