Le domande sulla realtà ultima degli esseri e delle cose potrebbero sembrare spesso vacue o quanto mai superflue e le relative risposte finanche ambigue o sfuggenti se non controproducenti. Tuttavia la ricerca, anche se non conduce a nulla, può offrire la parvenza di quel che sarà la sorpresa quando, arciconvinti di aver finalmente rinvenuto noi stessi realizzeremo che era tutto un sogno perché la realtà trascende comunque sia conoscenza che interpretazione.
«Un giorno Nan Ch’uan domandò a Huang Po: “Chi vive in una cittadella tutta d’oro cinta di mura d’argento?”.
Huang Po rispose: “La dimora degli uomini santi”.
Nan Ch’uan domandò: “C’è un altro uomo, qual è il suo posto nella dimora?” [Qui si allude alla mente connaturata all’uomo]
Huang Po si avvicinò a Nan Ch’uan, giunse le palme e rimase immobile.
Nan Ch’uan disse: “Se non sai dire chi è, perché non lo domandi al vecchio maestro Wang?”. [Il nome secolare di Nan Ch’uan era Wang e, siccome gli piaceva scherzare, chiamava se stesso ‘Vecchio Maestro Wang’]
Huang Po fece allora (la stessa domanda): “C’è un altro uomo, qual è il suo posto nella dimora?”.
Nan Ch’uan rispose: “Che peccato!”. [Huang Po diede la giusta risposta, perché gli atti di avvicinarsi a Nan Ch’uan, giungere i palmi e stare in piedi rivelavano il funzionamento della mente. Il significato letterale è: ‘Sarebbe un peccato se ci fosse un altro uomo oltre al precedente, qual è rivelato dal suo funzionamento, perché quest’uomo in più sarebbe un’illusione’. Il significato vivo è la mente il cui funzionamento pronunciò queste parole].
Il monaco domandò: “[…] Che cosa insegnerai a uomini di radice superiore?”.
Il maestro rispose: “Se sono uomini di radice superiore, che cosa puoi insegnar loro per (aiutarli a) cercare il loro sé? Se il loro sé è introvabile, qual è il Dharma [l’insegnamento] che può far fronte a questo (stato)? […]”
Il monaco disse: “Se è così, non c’è bisogno di cercare nulla”.
Il maestro disse: “In tal modo puoi risparmiare la tua forza. […] Se non lo cerchi, è tutto; chi ti insegna il suo annichilimento? Tu vedi lo spazio (vuoto) davanti a te; come vuoi annichilirlo?”
Il monaco domandò: “Questo Dharma è identico allo spazio?”.
Il maestro rispose: “Te lo dice lo spazio giorno e notte se è identico o differente? Appena ne parlo, immediatamente fai sorgere la tua interpretazione (discriminativa)”.
Il monaco domandò: “Vieti pure l’interpretazione?”.
Il maestro rispose: “Non ti ho mai messo ostacoli. Inoltre l’interpretazione è proprio del sentimento e il sentimento scherma la saggezza”.
Il monaco domandò: “È giusto che non sorgano sentimenti?”
Il maestro di rimando: “Se non sorgono sentimenti, chi dice che è giusto?”. […]
“Questa mia setta Ch’an […] non ha mai insegnato a cercare la conoscenza e l’interpretazione. Formula lo studio del Tao solo per accogliere e guidare i principianti, ma in realtà il Tao non si può imparare, perché studiarlo (è una passione che) scherma il Tao. Il Tao non ha né direzione né sito ed è chiamato la mente-del-grande-veicolo. Questa mente non sta né dentro né fuori né in mezzo e trascende direzione e sito. La cosa più importante è evitare di conoscere e di interpretare”.»
– Dai detti del Maestro Huang Po (importante maestro della scuola buddhista cinese Chán) – 1 –
– Huángbò Xīyùn – Wikipedia
– Cultura Zen – (macrolibrarsi)
– Buddhismo Chán – Wikipedia
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