Quando si argomenta sulla pratica della consapevolezza si pensa, di primo acchito, a uno stato indifferenziato di attenzione a tutto ciò che intraprendiamo, a chi siamo realmente, nonché all’insieme delle interrelazioni complessive con il mondo oggettivo. Tuttavia Jiddu Krishnamurti si sofferma, in particolare, sulle pulsioni (emotive) che si celano dietro le parole o i moventi quotidiani. Esserne edotti, pienamente coscienti, è già, di per sé, sinonimo di liberazione. Alla luce di queste pur brevi ed estemporanee considerazioni, cos’è dunque la meditazione?
«Se vi sembra che sia difficile essere consapevoli, provate a scrivere ogni pensiero, ogni sentimento che sorgono in voi durante il giorno. Prendete nota delle vostre reazioni di gelosia, di invidia, di vanità; scrivete di come rimanete coinvolti nelle sensazioni e delle intenzioni che si nascondono dietro le parole che usate.
Prima di fare colazione, dedicate un po’ di tempo a scrivere queste cose; questo forse vi può richiedere di andare a letto più presto e di lasciar perdere qualche interesse mondano. Se scrivete queste cose nei momenti in cui vi è possibile e poi la sera, prima di addormentarvi, rileggete tutto quello che avete scritto durante il giorno e lo studiate, lo ponderate senza giudicare, senza condannare, comincerete a scoprire le cause profonde dei vostri pensieri, dei vostri sentimenti, dei vostri desideri, dei vostri discorsi…
È importante che prendiate in esame le cose che avete scritto con un’intelligenza che è essenzialmente libera; allora vi renderete conto del vostro stato. Le cause del conflitto vengono scoperte e dissolte nel fuoco della consapevolezza di sé, nella fiamma dell’autoconoscenza. Naturalmente dovreste scrivere quello che pensate e sentite, le vostre intenzioni, le vostre reazioni, non per un giorno o due, ma per molti giorni, finché non sarete capaci di essere istantaneamente consapevoli di quello che accade in voi…
La meditazione non è soltanto consapevolezza di sé, e anche costante abbandono del sé. La meditazione nasce da un modo corretto di pensare e porta con se la tranquillità, la serenità della saggezza. In questa serenità si scopre il supremo. Scrivendo quello che pensate e sentite, quello che desiderate, i modi in cui reagite, affiora una consapevolezza interiore nella quale c’è cooperazione tra il conscio e l’inconscio; e questo porta alla comprensione e all’integrazione dell’essere.»
– Jiddu Krishnamurti –
– Jiddu Krishnamurti (amazon)
– Krishnamurti (macrolibrarsi)
– it.wikipedia.org – Jiddu Krishnamurti
– Aforismi di Jiddu Krishnamurti su Meditare.it