Le persone, un po’ per assuefazione ed un po’ perché quasi nessuno è oramai più abituato a pensare autonomamente, credono che si possa sopravvivere soltanto se le anime esistono e persistono unicamente come entità individuali.
In sintonia con il pensiero del Buddha Gautama Siddharta, nonché di tanti altri maestri spirituali, mi pare ovvio che sia proprio tale pregiudizio, credenza e identificazione con Ego e Atman ipotetici, a impedirci di vivere pienamente e sopravvivere consapevolmente.
Il processo di comprensione individuale è intuitivo, più o meno lungo, breve, repentino. Lungo questo cammino, il conseguimento della consapevolezza che noi siamo già tutt’uno con lo spirito, il Brahman, ci consente di conservare memoria della nostra vita attuale e di rammentare le vite precedenti. La memoria è sempre intrinseca e mai estrinseca. Quindi di persistere e permanere coscientemente, al di là del corpo fisico come parte integrante di un tutto unico e non più come entità separate.
I semi karmici sono l’imput, ma non si tratta di entità indipendenti. Potrebbero intendersi come manifestazione biologica che accentua e favorisce o nega e dissuade la comparsa di determinate tendenze.
Mi piace evidenziare che alla nascita la nostra coscienza è come una tabula rasa. intendevo dire che la nostra eredità karmico-ancestrale consiste solo in una serie di predisposizioni, mentre tutto il resto delle proprie conoscenze viene acquisito durante questa stessa vita.
Le mie sono credenze o convinzioni abbastanza opinabili. Non si tratta affatto di certezze.