Ben lungi dall’essere esclusivamente cristiane, le radici delle festività pasquali rievocano anzitutto l’esuberanza rigenerante che la natura esprime in prossimità dell’equinozio di primavera. Il periodo pasquale è un breve intervallo di transizione che evidenzia la ciclicità esistenziale. Nel momento in cui il mondo ci sembra particolarmente impermanente, ecco il sostegno metodico che la consapevolezza ci offre, il ricorso alla presenza di spirito.
Il rinnovamento è pur sempre possibile. L’ineluttabilità appartiene solo all’incoscienza. Il punto donde si ricomincia non è mai lo stesso. Così come le individualità coinvolte sono sempre differenti. Ma ogni ripartenza prelude a nuove gioie, singolari certezze.
Bene, la mia mente si è fermata. Per proseguire dovrei avvalermi di qualche ulteriore fonte d’ispirazione. Invece mi sovviene solo l’amicizia.
Auguri di buona Pasqua a tutti, a quelli afflitti da problemi di salute, agli aspiranti vacanzieri rammaricati di non poter profittare dell’attuale pausa, ai cassintegrati preoccupati per la sorte del loro impiego, ai disoccupati che il lavoro non sanno nemmeno dove sia, ai meno abbienti che sperano in un aiuto ben più congruo e duraturo di quello già eventualmente ricevuto, e ai benestanti che riusciranno a elargire amorevolmente il peculiare superfluo al proprio inevitabile prossimo, se stessi.
– Franco Megali –