Brevi riflessioni sulla funzione e il valore della propaganda formulate – come tutte le altre considerazioni presenti in questa directory – in prospettiva spirituale. Nonostante sia trascorso così tanto tempo dalla prima stesura – era il 2001 – le sottoscrivo, ancora una volta, appieno.
La propaganda? Un po’ più di attenzione, meno superficialità e si rivela per quel che è: un grande nulla. I suoi risvolti sono subdoli, malefici. Insinuano nelle nostre menti idee preconcette, pregiudizi, illusioni, chimere, menzogne.
La propaganda è fondamentalmente di natura politica. Essa opera dovunque, al centro, a destra e a sinistra. Essendo di natura politica coinvolge la quasi totalità delle religioni organizzate.
Sarebbe meglio dire chiaramente che la propaganda è il perfido strumento che le confessioni religiose adoperano per il loro proselitismo.
Ma chi sono, in realtà, i fautori di quei semi di violenza definiti generosamente politiche spirituali? Non certo, come peraltro sarebbe difficile credere, le dottrine presenti nei cosiddetti libri sacri. E non perché la sacralità non esista. Chiedetelo alle rose e vi risponderanno: giglio e non più cipiglio. Infatti loro non dichiarano guerra, non crocifiggono nessuno.
Quei “libri” furono manipolati. E ovviamente è stato dimenticato. L’interpretazione di quel che rimane non è sincera, ma adattata alle circostanze … I fautori furono e sono, comunque, le gerarchie più alte. Mentre i fruitori, i minori, i veri alterego di tutte quelle santità, gli alias del clero virtuale (o reale?) subiscono la contingenza, gli orrori e le conseguenze dei conflitti.
La spiritualità non ha bisogno, non necessita di precetti morali, di regole di condotta, ma solo di buon senso.
Le antiche virtù della fede, della speranza e della carità non appartengono più alle confessioni religiose. Infatti la maggior parte delle religioni organizzate sono divenute aride, reazionarie. l’ipocrisia che regna tra le moltitudini gerarchiche genera il vero relativismo.
Innumerevoli menzogne, la pratica costante della discriminazione culturale e recentemente persino sociale, il fanatismo, sono i soli presupposti su cui si basa il loro presunto amore per il prossimo. Ma quale prossimo? Quello dell’indefinita congerie di infermi che attendono speranzosi un’ulteriore progresso della scienza per sconfiggere le proprie sofferenze? O la povera gente, la plebe indigente, coloro che forse non leggeranno mai queste misere riflessioni?
Ma si, i responsabili del marasma, del putiferio planetario, in Palestina come in Afganistan – ma ora pure qui da noi, in Occidente –, sono quei bambini sporchi, nudi e a piedi scalzi. Tirano le pietre, quindi sono terroristi da perseguire. Oddio che pessimismo, il nostro amore è pur sempre rimasto. E chi lo mette in dubbio? Amiamo, viepiù con tanto slancio e rinnovata passione l’unica, la sola verità possibile, la nobile propaganda.
Grazie per la cortese attenzione.