La maggior parte di noi si ritiene – inevitabilmente o in buona fede – sulla via (della meditazione). In passato conobbi diverse anime realizzate. Qualcuno era considerato già un maestro. Tuttavia, se gli chiedevi espressamente cosa ne pensassero, ebbene nessuno sosteneva di aver completato il suo percorso, di aver raggiunto una meta. Questo perché se ti muovi – con la mente – non l’afferri mai, ma se ci sei dentro ti sembrerà del tutto normale e ti renderai conto di aver ottenuto solo l’ordinario.
Sulla via
Veggo anime lucenti e colorate
che si sollazzano volteggiando
su e giù o per di qua e per di là, dovunque
alla ricerca di una scusa per dimenticare
se stesse e poi cadere per risollevarsi
convinte d’esser divenute un po’ più sagge
mentre tutto ciò che colgono è solo un pallido
sorriso di rimbalzo tra le nebbie
che ti circondano quando ti distrai
dall’unica realtà che può aiutarti:
ti muovi in circolo senza fermarti mai,
le giri attorno senza poterla cogliere
quando ti basterebbe un balzo al centro
per realizzare infine quello scopo
che non conoscerai fintantoché cincischi;
quando ti basterebbe pressoché indugiare
per realizzar quella tranquillità di spirito
che nemmeno il più atipico splendore
di mille e mille soli ti darebbe mai.