Onde, poi scintille, se non minuscoli, inverosimili frammenti che convergono per ricomporre il mosaico della vita. L’allestimento primevo è uno, l’estrinsecazione successiva sembrerebbe piegarsi ai codici del caso, ovverosia subire le direttive della necessità.
Frangenti, impeti o faville, l’ispirazione fondamentale è sempre la stessa. Lì per lì sono ancorato al buio più profondo, sennonché sopravviene la deroga. Se il mio essere si limita alla forma, com’è possibile che conosca già quanto ti succede, sappia in anticipo ciò che pensi? Certo, questa disamina non ha affatto basi accertabili. Ma tant’è, talvolta veggo donde provieni, tal’altra odo già ciò che dirai …
Scintille
Siamo scintille di Dio,
prima di nascere, durante e dopo …
Dio è un fuoco … e noi siamo le sue scintille.
Dio è l’oceano … e noi siamo le sue onde.
Increspature sul mare della vita.
Acquisiamo un nome e una forma,
ma non siamo né questo né quella.
Nome e forma rappresentano la superficie,
mentre l’essenza, il proprio volto originale
che concerne qualunque essere senziente
abbia il privilegio di comparire sul proscenio dell’esistenza
è identico per tutti,
è la nostra vera, indissolubile natura.
Ci apparteneva prima, vi ritorneremo, comunque, dopo.
Ri-conoscere se stessi
è intravedere al di là delle apparenze
ciò che realmente siamo:
vividi figli dell’incommensurabile …