Obbiettivi: consapevolezza, meditazione. Tra le svariate categorie in cui potrebbero esser classificati i sogni ve n’è una che dipende soprattutto dai desideri repressi. In pratica ci s’illude d’esser divenuti davvero qualcuno e, di conseguenza, si soffre – inconsciamente – per la discrepanza con la realtà. Ora, se mentre di giorno ci si ritrova in balia di una serie infinita di umori contrastanti – che tuttavia non scalfiscono la propria autostima –, la notte si sogna di perdere ciò che in realtà non abbiamo mai conquistato per riscoprire, talvolta, la propria vera identità. Già, ma chi può stabilire la nostra vera identità? Cioè, chi può dire che tu non sia così essenziale come in cuor tuo, per l’appunto, immagini? Sta di fatto che ciascuno è già, di per sé, uno straordinario fenomeno. L’intima consapevolezza – custodita nei più remoti recessi, nel centro della galassia interiore – della propria misteriosa origine, ci dà la certezza d’esser sul serio dei prodigi viventi.
Quasi qualcuno
Dolce di notte,
dolce di giorno,
dolce per sempre.
E amaro mai?
Amaro quando l’umore,
triste o irato o astioso,
prende il sopravvento.
Sennonché mi riprometto
– ossia mi pento –
che amerò tutti,
ma solo dopo essermi
risvegliato dallo sciocco sogno
che mi aveva illuso
d’esser divenuto quasi qualcuno
per riscoprire infine che malgrado tutto
siamo già quell’anime discenti
del puro e arcano spirito.